Il governo Meloni mette sul piatto più di 30 miliardi di euro da qui fino al prossimo anno per aiutare famiglie e imprese a far fronte al caro energia.
È la prima misura “pesante” del nuovo esecutivo che arriva con l’approvazione della Nadef, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza.
Due le cifre chiave sulle quali poggerà il provvedimento: in primo luogo la revisione del Pil con una crescita al 3,7% nel 2022, che nel 2023 rallenterà bruscamente allo 0,6%. In secondo luogo c’è il rapporto deficit/Pil programmatico al 4,5% nel 2023. I fondi per il caro bollette saranno suddivisi in due parti: con un primo decreto aiuti atteso per la prossima settimana, che potrà usufruire di un ‘tesoretto’ da 9,5 miliardi, e con 23 miliardi di deficit nel 2021.
Insieme alla Nadef, l’esecutivo ha approvato anche un emendamento al Dl Aiuti ter per ricercare nuovi giacimenti di gas in Italia nel mar Mediterraneo (un potenziale fino a 15 miliardi di metri cubi entro il prossimo decennio).
I due scopi della manovra
La misura pensata dal governo punta insomma a arginare il caro bollette e a cercare nuove fonti di approvvigionamento per diminuire la dipendenza dal gas russo. Questo in vista della manovra economica, che si occuperà anche di temi come il reddito di cittadinanza (da rivedere a fondo secondo il nuovo governo), il fisco (con la Flat tax incrementale per alcune categorie di lavoratori), il bonus edilizio e le pensioni.
“Di fatto individuiamo risorse per oltre 30 mld di euro per affrontare l’emergenza energetica“, ha dichiarato il premer Meloni alla fine del Cdm. Poi il presidente del Consiglio ha aggiunto: “Ci sarà la possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano, immaginando nuove concessioni, chiedendo ai nuovi concessionari che vorrebbero accedere alle concessioni di mettere in campo da gennaio gas da destinare alle aziende energivore ad un prezzo calmierato”.
Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, ha detto che lo scopo del governo è quello di “mitigare gli effetti del caro energia su famiglie e imprese, su cui si concentra larga parte degli interventi con un approccio prudente, realistico e sostenibile”.
Ma il titolare del Mef mette in guardia: “Fare previsioni a lungo termine può essere un esercizio di accademia ma siamo pronti a fronteggiare i rischi di recessione che da piu’ parti vengono evocati che, ahimè, potrebbero toccare anche l’economia italiana”. Molto ruoterà attorno al costo dell’energia, sottolinea Giorgetti: le previsioni “per il futuro non sono ottimistiche a fronte di un calo del prezzo del gas”.