L’ex sindaca di Milano potrebbe correre alle regionali lombarde del 2023 in alternativa alle principali forze politiche con una sua lista civica.
Per ora l’annuncio delle sue dimissioni ha praticamente ufficializzato la ricandidatura dell’attuale governatore Attilio Fontana.
Nel 2023 in Lombardia ci saranno le elezioni regionali. Guà partita la corsa per la poltrona di governatore. Una partita nella quale le freschissime dimissioni di Letizia Moratti sembrano aver rimescolato le carte. L’altro ieri si è consumato lo strappo della vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia. Alla quale, dopo l’annuncio delle dimissioni, è subito subentrato Guido Bertolaso.
La rapidità con cui è avvenuto il passaggio di consegne spinge a pensare che il centrodestra non si sia fatto cogliere impreparato dalla mossa di Letizia Moratti. Un’uscita di scena forse già messa in cantiere e che, ad ogni modo, apre un’autostrada alla ricandidatura del governatore Attilio Fontana. Ieri il presidente della Lombardia ha confermato di volersi ripresentare alla guida della Regione. La sua candidatura, ha detto, “è nei fatti”: “Mi sembra che i singoli rappresentanti del centrodestra abbiano ripetutamente confermato. Mi sembra che a questo punto non ci sia neanche bisogno di una formalizzazione“.
L’attenzione adesso è concentrata però sulle prossime mosse della vicepresidente dimissionaria. Gli scorsi mesi, su iniziativa del consigliere regionale centrista Manfredi Palmeri, è nata l’associazione “Lombardia Migliore”. Sono in tanti a pensare che potrebbe presto diventare il primo embrione dalla Lista civica con cui l’ex sindaca di Milano vuole dare l’assalto a Palazzo Lombardia. Un cammino, quello di Letizia Moratti, che non si annuncia per nulla facile o scontato. Molto dipenderà, dicono i beneinformati, dal progetto politico che si riuscirà a ritagliare attorno.
Questo anche perché ancora aleggia lo spettro del flop del due volte sindaco del capoluogo lombardo, Gabriele Albertini, che nel 2013 corse contro Roberto Maroni e Umberto Ambrosoli, i due candidati del centrodestra e del centrosinistra, ottenendo soltanto un misero 4%. Un rischio concreto di ripetere quell’esperienza c’è. Anche se alcuni sondaggi accreditano a Letizia Moratti un indice di gradimento superiore a quello dello stesso Fontana, mentre l’ultimo sondaggio – condotto da Winpoll – stimava all’11,8% il consenso di una possibile Lista Moratti.
Sul versante opposto, quello del centrosinistra, i giochi sono ancora tutti da fare. Il Terzo Polo non ha escluso aprioristicamente di appoggiare l’ex vicepresidente lombarda. Ma l’ipotesi di un sostegno di Azione e Italia viva a Letizia Moratti sembra essere legato a un appoggio anche da parte del Partito democratico. Uno scenario che al momento attuale appare poco probabile, come hanno fatto capire l’altro ieri alcuni esponenti del Pd, che hanno messo in chiaro che i dem sono alternativi a “entrambe” le destre.
Un sostegno a Letizia Moratti non sembra essere nei piani nemmeno di +Europa, che l’altro giorno ha rilanciato, attraverso il consigliere regionale Michele Usuelli, la candidatura di Carlo Cottarelli alla guida della Regione Lombardia. Invece il coordinatore del M5s lombardo, Dario Violi, ha chiesto chiarezza: “Il Pd spieghi una volta per tutte se intende abbandonare il percorso avviato con le altre forze d’opposizione, per inseguire i titillamenti di Renzi, Calenda e Gelmini”.
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