Una unione cibernetica tra uomo e macchina è una realtà molto più vicina di quello che crediamo. Nel passato se n’è parlato così tante volte che oramai è impossibile non conoscere l’argomento, specialmente se parliamo di intelligenze artificiale che potrebbero cambiare il corso della nostra vita in meglio. Adesso la nuova idea ha a che fare con la SLA: questo modo di combatterla potrebbe esserci di supporto nella lotta contro le malattie neurodegenerative.
Avete mai pensato all’idea che potrebbe essere possibile controllare un iPhone o un iPad con il proprio cervello? Forse non proprio dato che sembri un fattore fantascientifico, oltre che pericoloso per via di alcune conseguenze che potrebbe avere. Come se non bastasse un’interazione cervello-macchina andrebbe gestita anche dal punto di vista della privacy.
Tuttavia, l’idea prende una piega differente nel momento in cui l’applicazione di questa tipologia di interfaccia può potenzialmente aiutare persone con disabilità a comunicare con chi è vicino, permettendogli di accedere ad un mondo più reale rispetto a quello dove si è intrappolati a causa della malattia neurodegenerativa.
Ma non è soltanto un pensiero, bensì pure una idea: Neuralink è da molto tempo che sta lavorando a progettazioni di questo calibro, nonostante le numerose critiche ricevute nel corso degli anni. A fine novembre pare che presenteranno la loro nuova tecnologia in occasione dell’evento “show and tell”, momento più opportuno
per conoscere nel dettaglio i piani futuri e per scoprire se ci saranno novità riguardo l’approvazione delle soluzioni da parte della Food and Drug Administration.
Il dispositivo per aiutare i pazienti affetti da SLA sembra funzionare
Qualcuno nel frattempo ha già ottenuto l’approvazione della FDA per la creazione di un device contro la SLA. Si tratta di Synchron, compagnia con sede a NY che ha progettato un dispositivo che permette ai pazienti di interagire tramite un iPad.
Per fare un esempio di quanto possa essere efficace possiamo raccontare la storia di Rodney Gorham, malato di SLA e impossibilitato a parlare.
Tuttavia, grazie a una serie di piccoli sensori denominati Stentrode inseriti nella parte superiore del cervello attraverso un vaso sanguigno, riesce a comunicare in modo semplice ma efficace riportando il suo pensiero sullo schermo del tablet della Mela. Parliamo di un’operazione per nulla invasiva e del tutto sicuro, inoltre il dispositivo viene controllato in modalità wireless tramite il Synchron Switch dal torace del paziente.
Molti si staranno chiedendo come ci siano riusciti, e la risposta è più semplice di quel che sembra. Tanto per cominciare è stata sufficiente semplificare la metodologia di comunicazione, portando alla trasformazione di piccoli input in una breve risposta. E poi bastava modificare il tipo di dispositivo da inserire, che in questo caso non richiede neurochirurgia.
Comunque sia l’impianto di Synchron è stato sviluppato per essere permanente, andando così a superare quelle difficoltà incontrate da altre soluzioni secondo cui i sensori rischiano di essere ricoperti da tessuto cicatriziale con conseguente blocco dei segnali. Attualmente quattro pazienti stanno durando più di un anno grazie a questa tecnologia, e forse molti altri verranno salvati con questa nuova idea.