Alessia Pifferi, l’ammissione: “Sesso anche a pagamento o in cambio di regali, ma mai toccata Diana”

La donna nega che la piccola sia stata vittima di abusi. La relazione col 56enne della chat sarebbe durata solo due giorni. 

Lo ha detto ai magistrati durante gli interrogatori in Procura a Milano.

Alessia Pifferi, la mamma della piccola Diana morta d’inedia dopo essere stata abbandonata, lo ha escluso «nel modo più categorico»: la figlioletta non ha mai subito alcun abuso sessuale. Allo stesso modo – ha dichiarato durante l’interrogatorio con la procura milanese – non sono stati consumati rapporti sessuali davanti alla piccina di 18 mesi, morta dopo un inferno durato cinque giorni nell’appartamento di Milano dove viveva con la madre. Tanto è durato il suo stato di abbandono.

Le due accuse contestate alla donna dai pm milanesi Francesco de Tommasi e Rosaria Stagnaro prendono le mosse da una conversazione risalente al marzo scorso. Sul telefono cellulare di Alessia Pifferi gli investigatori hanno trovato una conversazione con un uomo di 56 anni. La madre di Diana lo aveva conosciuto su Tinder. «Voglio baciare anche Diana», le aveva scritto il 56enne. «Lo farai», gli aveva risposto Pifferi. Oggi però la 37enne afferma che con quell’uomo non ci sono stati rapporti sessuali.

Una relazione durata un paio di giorni

Si sarebbe trattato di una relazione dal cortissimo respiro, durata non più di un paio di giorni. Dopo quella conversazione via chat i due avrebbero pranzato a casa della donna, poi sarebbero andati insieme a fare una passeggiata. Nulla di più: «non c’è stato alcun rapporto sessuale con lui», afferma Alessia Pifferi, assistita dai suoi avvocati: Solange Marchignoli e Luca D’Auria.

Ai pm la donna ha detto che a casa sua faceva entrare soltanto persone con le quali aveva relazioni stabili. Repubblica riferisce che a quanto pare Pifferi mandava immagini della bimba agli uomini che frequentava, anche se su questo versante la procura non avrebbe rilevato nulla di sospetto. Con alcuni di questi uomini – per stessa ammissione della donna – avrebbe consumato rapporti sessuali in cambio di denaro o di regali.

Le tracce di tranquillanti trovati nel corpo della bambina

L’esito degli esami tossicologici attesta invece che alla bambina sono stati dati tranquillanti come il benzodiazepine. Un fatto che spiega la ragione per cui, nei cinque lunghissimi giorni passati senza la madre, nessuno l’ha sentita piangere o lamentarsi. Non sono stati però i tranquillanti a provocare la morte della bimba di un anno e mezzo. Per i medici legali la piccola è morta per disidratazione.

Serviranno ancora alcuni giorni prima di avere la relazione finale. C’è attesa anche per gli esiti dell’incidente probatorio chiesto dalla difesa di Piffri, che analizzerà i reperti sequestrati, tra i quali il biberon della bambina e il flacone di En, un ansiolitico recuperato non lontano dal letto dove era stata abbandonata la piccola Diana.

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