Giovanni Ciobanu, padre di Miriam, morta investita a 22 anni in provincia di Treviso dall’auto condotta da un 23enne positivo ad alcol e stupefacenti, è furioso:«Al ragazzo che ha ucciso Miriam è già stata ridata la libertà, può fare una vita normale. Io sono stato all’obitorio oggi a vedere mia figlia».
Tanta rabbia per il padre di Miriam, Giovanni Ciobanu, la cui figlia è stata investita e uccisa nella notte di Halloween da un’auto guidata da un 23enne ubriaco e risultato positivo anche al test degli stupefacenti.
Giovanni Ciobanu, padre di Miriam, esprime tutto il suo disappunto:«Al ragazzo che ha ucciso Miriam è già stata ridata la libertà, può fare una vita normale. Io sono stato all’obitorio oggi a vedere mia figlia, lui se la spassa». Miriam è morta sulla SP20 a Pieve del Grappa (Treviso).
«Non ce l’ho con nessuno, mi chiedo solo se per caso quel giudice abbia una figlia», ha detto Ciobanu, come riporta Tgcom24. Il riferimento è al gip trevigiano che, accogliendo le istanze della Procura, ha convalidato l’arresto del 23enne, dando disposizioni di obbligo di dimora e il divieto di uscire da casa passate le ore 20.
Il 23enne era risultato positivo ai test di alcol e droga, ed era finito in manette, accusato di omicidio stradale. La Procura ha ritenuto che non vi fossero esigenze di custodia cautelare in prigione, dato che non ci sarebbero rischi di fuga, o ripetere il reato o di inquinare le prove.
Nel corso della giornata, il 23enne potrà recarsi a lavorare. Il giovane aveva dato la propria versione dei fatti:«Alla guida mi sentivo perfettamente lucido, giuro che lì, quella ragazza, non c’era. Nel senso che non l’ho proprio vista: c’era buio, forse correvo un po’ troppo, ma lei stava in mezzo alla strada. Ho iniziato a frenare solo dopo l’impatto perché era impossibile accorgersi della sua presenza».
Il sinistro è occorso verso le 4 del mattino del 1 novembre. Miriam era stata in pizzeria, per Halloween, che con il suo ragazzo, per poi restare a dormire a casa sua. Ma poi, dopo un litigio, lei ha scelto di rientrare a casa a piedi, dopo che aveva cercato di contattare il padre, che evidentemente dormiva. I carabinieri hanno messo in evidenza che il 23enne che ha investito Miriam stava guidando a 130 km/h, quindi il doppio del limite di velocità imposto dalla legge.
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