Usavano armi da guerra e bruciavano auto per coprirsi la fuga dopo le rapine. Polizia mette a segno un colpo contro un gruppo criminale.
Titoli di coda sull’attività criminosa di una banda che in tutta Italia assaliva furgoni portavalori, tir, bancomat e caveau.
Game over per la banda che assaliva i portavalori nel Foggiano. A mettere la parola fine è stata la maxi operazione della polizia a Cerignola, in provincia di Foggia. Gli agenti hanno arrestato diverse persone ritenute responsabile delle rapine a danno dei furgoni portavalori.
Secondo le ipotesi dell’accusa, gli indagati si servivano nelle rapine di vere e proprie armi da guerra. Utilizzavano anche i cosiddetti ‘jammers’, disturbatori di frequenza ad ampio raggio in grado di impedire le comunicazioni via radio e smartphone. Così i malviventi erano in grado di azzerare i contatti tra le sale operative delle forze dell’ordine e le ditte di trasporto.
Per ostacolare o ritardare l’azione della polizia e riuscire a scappare più agevolmente la banda bloccava sistematicamente la viabilità con mezzi dati alle fiamme. A coordinare le indagini, condotte dallo Sco e dalla squadra mobile della Questura di Foggia, la locale Procura.
“Il contrasto all’azione delle organizzazioni criminali, tutte stanziate in Puglia e specializzate negli assalti a furgoni portavalori, a tir che trasportano tabacchi lavorati esteri e caveau di società di vigilanza privata, in tutto il territorio nazionale, costituisce da oltre 3 anni un obiettivo strategico della direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato“. Così ha dichiarato Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia, nel commentare l’operazione. “Gli odierni esiti d’indagine si aggiungono ad alcune operazioni recentemente concluse dal Servizio Centrale Operativo e dalle Squadre Mobili interessate, che hanno permesso di disarticolare gruppi criminali composti da pregiudicati foggiani e baresi, dediti stabilmente alla consumazione di tali gravissimi reati. Nel periodo considerato – ha spiegato Messina – sono state tratte in arresto 71 persone e oltre 30 sono state denunciate e indagate in stato di libertà, a seguito di indagini che hanno riguardato 11 episodi di tentata rapina, 3 rapine consumate e un furto aggravato avente ad oggetto sportelli bancomat; inoltre, sono stati sequestrati 5 fucili mitragliatori Kalashnikov, 1 fucile a pompa e 5 pistole”.
Tra le più importanti operazioni “ritengo opportuno citare – ha proseguito Messina – l’operazione conclusa nel luglio 2020 a Brindisi, con l’arresto di 9 persone, l’operazione conclusa nel marzo 2021 a Novara, con l’arresto di 7 persone, l’Operazione conclusa nel giugno 2021 a Modena, con l’arresto di 5 persone, l’operazione conclusa nel marzo 2021 a Brescia, con l’arresto di 31 persone e, da ultimo, l’operazione conclusa nello scorso mese di ottobre ad Avellino, con l’arresto di 4 persone, tra cui un latitante colpito da un provvedimento di custodia cautelare per associazione di tipo mafioso. Non di rado peraltro, dalle indagini sono emerse co-interessenze tra gli arrestati e clan operanti nell’ambito della cosiddetta ‘quarta mafia’”.
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