Ritrovata l’arma con cui il compagno della donna, A.M., albanese, l’ha uccisa nella loro casa di Bolzano, ossia un martello su cui sono in corso i rilievi del caso
Trovata lungo l’autostrada del Brennero l’arma con cui Alexandra Elena Mocanu, 35 anni, rumena, è stata uccisa dal compagno albanese A.M., 27 anni alcuni giorni fa nella loro casa a Bolzano.
Il compagno, un operaio albanese di 27 anni, ha confessato di aver ucciso la compagna. La Procura della Repubblica di Bolzano ha annunciato che nel tardo pomeriggio di ieri, è stato ritrovato sull’autostrada del Brennero un oggetto che potrebbe essere l’arma con cui A.M. ha ucciso la compagna. Su questo oggetto ci saranno rilievi, come da prassi.
La Procura ha fatto sapere che da quanto si apprende dai primi esiti delle analisi autoptiche sul cadavere della 35enne, «il decesso della donna sia ragionevolmente avvenuto a seguito di severo traumatismo cranio-encefalico dovuto ad almeno due colpi cagionati con arma contundente».
Sarebbe quindi un martello, o meglio un mazzotto che di solito si usa per eseguire dei lavori di tipo edile. L’uomo è stato sottoposto a interrogatorio per più di 5 ore, e ha confessato di aver assassinato la sua compagna al termine di un litigio.
Da quanto hanno ricostruito gli investigatori fino a questo momento, la donna, che faceva la barista all’interno di un centro commerciale di Bolzano, sarebbe giunta a casa nella sera di sabato. A casa, tra lei e il suo compagno sarebbe esplosa una forte lite, alquanto violenta, al termine della quale l’uomo l’avrebbe presa a martellate due volte, colpendole la testa e causandole delle ferite che non le hanno lasciato scampo.
Il 27enne avrebbe poi lasciato il posto fuggendo in macchina e si è diretto verso Verona, dove ci sono alcuni suoi familiari e poi si è recato all’aeroporto di Treviso da dove voleva prendere un volo per l’Albania. Ma il suo allontanamento ha avuto vita breve. Il 27 ottobre nel carcere di Bolzano si è tenuta l’udienza che ha convalidato il suo arresto. Non ha risposto alle domande del gip. Il suo avvocato ha detto che sta bene ma sarebbe “provato e pentito”.