Era da poco diventato celebre per una scalata in solitaria e senza corda sulla Croda Rossa. Sabato il tragico incidente.
Il mondo dell’alpinismo in lutto per l’incidente che ha spezzato la vita di uno degli scalatori più promettenti.
Ha perso la vita Jonas Hainz, l’alpinista di 25 anni diventato famoso da poco, appena un mese, fa per aver risalito in ‘free solo’ – vale a dire in solitaria e senza fare uso della corda – la difficile via ‘Moulin Rouge’ sulla Croda Rossa, aperta vent’anni prima dal padre Christoph assieme a Oswald Celva. A settembre il giovane altoatesino, originario di Brunico (Val Pusteria) era riuscito nell’impresa.
Il suo corpo senza vita è stato trovato sulle montagne vicino a casa. Lo scalatore sarebbe morto in un incidente risalente al pomeriggio di sabato, quando il 25enne non aveva fatto ritorno a casa dopo un’escursione sul Magerstein (Monte Magro), cima di 3.273 metri di altezza che si trova nella Valle di Anterselva.
Il giovane alpinista è stato rintracciato a circa 2.400 metri lungo una via ritenuta impegnativa. Il corpo è stato recuperato dall’elisoccorso ‘Pelikan 2’ e dagli uomini del soccorso alpino di Anterselva. A fine settembre Jonas aveva affrontato vinto la sfida della difficile via ‘Moulin Rouge’ sulla Croda Rossa nel gruppo del Catinaccio, vent’anni dopo l’impresa del padre.
Il cordoglio del soccorso alpino
La ‘Moulin Rouge’ è una parete di 400 metri di nono grado inferiore. «Purtroppo – comunica il soccorso alpino di Brunico sui social – salutiamo il nostro compagno di soccorso in montagna e amico Jonas Hainz, morto ieri mentre coltivava della sua passione sul Monte Magro (Magerstein). Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia. Un ultimo recupero di montagna Joni, ci mancherai tu e il tuo sorriso».
Solo qualche giorno ha il 25enne aveva rilasciato un’intervista al Corriere del Veneto, nella quale lo scalatore raccontava: «Il fatto che io abbia affrontato la Moulin Rouge esattamente a 20 anni da mio padre è una pura coincidenza. Per me, tuttavia, questa data è speciale, perché il giorno della scalata ho anche festeggiato il compleanno. Mi sono fatto un regalo».
Sulla scalata in modalità “free solo” Jonas aveva spiegato: «Significa non avere con sé alcun ausilio con cui potersi assicurare in qualche modo alla parete. In parole povere che in caso di caduta non si è trattenuti da una corda e quindi ci si può ferire gravemente o morire. Tuttavia, l’arrampicata libera in solitaria è anche la forma più naturale e originale di ascesa, in cui solo la forza mentale e le capacità dello scalatore giocano un ruolo fondamentale».
Il giovane alpinista aveva parlato anche dei suoi progetti futuri: «Ho alcune idee che vorrei realizzare non appena le condizioni lo permetteranno. Tuttavia, la maggior parte dei miei progetti da solista nasce spontaneamente. Questo è anche l’unico modo sensato di approcciare alla parete, perché così non sento alcuna pressione».