Con un intricato sistema di “sconti” e manipolazioni del palmare in dotazione al locale, l’uomo avrebbe intascato una grande fetta dei conti dei clienti di un ristorante. Una truffa che sarebbe andata ai danni del proprietario.
Ci sarebbe una furbizia nella gestione dei conti dei locale alla base dei sospetti nei confronti di un cameriere che lavora in un albergo/ristorante di un celebre locale in Valgardena. Secondo l’accusa l’uomo avrebbe alterato i dati del computatore che utilizzava per la gestione degli ordini dei clienti, riuscendosi ad appropriare nel corso di cinque ben 90mila euro.
E’ il risultato dell’indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza su una denuncia giunta alla Procura della Repubblica di Bolzano da parte del proprietario del locale, il quale si era insospettito per il vistoso calo di guadagni nonostante la sua attività avesse avuto in questo periodo un ottimo riscontro e fosse sempre pieno.
Oltre 36mila documenti commerciali relativi agli ordini gestiti dall’uomo sono stati controllati dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, tutto il lavoro di questi anni nella comunicazione del cameriere tra la sala, il bar e la cucina con tanto di scontrini regolarmente emessi.
SCONTI “INCREDIBILI”
In base alla ricostruzione degli investigatori, l’uomo avrebbe raggirato il proprietario con questo stratagemma: dopo avere acquisito gli ordinativi, servito la clientela, incassato il conto e rilasciato il documento commerciale, non avrebbe chiuso definitivamente il conto che veniva poi indirizzato su un altro tavolo in realtà vuoto, su cui poi veniva simulato uno sconto tra il 50% e il 99% del totale, per poi chiudere la transazione e dirottare il guadagno nelle sue tasche. In questo modo l’uomo incassava la parte “scontata” mentre i clienti non ricevevano alcun tipo di taglio alla spesa da loro effettuata e, ovviamente, il proprietario ne incassava solo una minima parte.
A fine turno il cameriere consegnava al titolare la somma incassata in base al riepilogo del gestionale dopo l’alterazione effettuata. La differenza, ovviamente, veniva messa in tasca dall’uomo. Un un complicato e ingegnoso meccanismo di applicazione che è valso per il presunto responsabile l’accusa per il reato di truffa aggravata ai danni del ristoratore.