Lo scorso anno, di questi, tempi e al netto degli errori, soprattutto in materia di privacy da parte di WhatsApp, compreso un lunghissimo e storico down, Telegram aveva limitato parte del gap con la messaggistica numero uno al mondo. Chissà quali saranno i dati definitivi del 2022.
Quest’anno, di certo, WhatsApp sta sbagliando meno. Molto meno, sta colmando parte delle vulnerabilità in ambito di sicurezza, e quel che prima era un Tallone d’Achille, adesso appare agli occhi di Mark Zuckerberg un cavallo di battaglia. Pavel Durov, invece sta per dirigersi verso una nuova strada, un percorso già solcato, in altri ambiti, da Netflix, per esempio, ma non solo.
Telegram quest’anno ha introdotto un abbonamento “Premium”, a pagamento, che sblocca funzionalità extra per gli utenti, ma sembra che la piattaforma voglia guadagnare ancora di più dall’app di messaggistica. Questa volta, l’applicazione di Pavel Durov ha testato silenziosamente i post a pagamento sui propri canali. Pagamenti in maniera differenti, a quanto pare e stando a chi avuto modo di vedere i test: l’app, infatti, utilizza un proprio sistema di pagamento su iOS per aggirare gli acquisti in-app di Apple.
Telegram, per il momento, ha smentito, direttamente a 9to5Mac che la società non sta testando una funzione di post a pagamento. Al contrario, alcuni creatori utilizzano donazioni di terze parti e bot pay-to-view. Venerdì scorso, il CEO di Telegram, Pavel Durov, ha condiviso un messaggio pubblico in cui afferma che la piattaforma non ha mai addebitato agli utenti le transazioni effettuate utilizzando questi bot. Tuttavia, mentre la notizia si diffondeva, Apple avrebbe chiesto a Telegram di rimuovere questa funzione dall’app iOS.
Come notato dal consulente di social media Matt Navarra, alcuni canali di Telegram hanno già ricevuto l’accesso a questa funzione, che consente ai creatori di addebitare denaro alle persone per visualizzare messaggi specifici. La funzionalità non è stata annunciata ufficialmente dalla piattaforma, il che suggerisce che sia ancora in fase di test.
Appunto. Tuttavia, la cosa interessante di questa storia è che i post a pagamento sono disponibili anche nell’app iOS di Telegram.
Ma anche lì, l’app utilizza il proprio sistema di pagamento anziché il sistema di acquisti in-app dell’App Store. Non è chiaro, sempre secondo 9to5Mac, se Tim Cook e il colosso di Cupertino siano a conoscenza dei piani di Telegram, ma sembra improbabile, visto che la vendita di contenuti in-app utilizzando sistemi di pagamento alternativi è contraria alle linee guida dell’App Store. Una situazione, insomma, tutta da monitorare.
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