Roma, al Parco della Caffarella combattimenti semi-clandestini in pieno giorno. Pubblicati sui social i video degli incontri non ufficiali svolti nel giorni scorsi.
La vicenda è stata portata all’attenzione dei media – oltre che dell’ente che gestisce il parco romano – grazie al recente articolo pubblicato da Il Corriere della Sera. Come quanto si apprende, sarebbero avvenuti nelle scorse settimane, in pieno giorno, diversi combattimenti semi-clandestini (non autorizzati) all’interno del Parco della Caffarella, nel cuore di Roma.
Parte del Parco Regionale dell’Appia Antica, l’enorme distesa naturale – frequentatissima tra l’altro da famiglie e ragazzini – si è trasformata suo malgrado in un ring a cielo aperto. E a testimoniare il tutto le telecamere degli smartphone, che riprendono e pubblicano online le “imprese” dei partecipanti.
Combattimenti al Parco della Caffarella: “Più che sport, sembrano delle violente risse”
I match, organizzati al di fuori dei contesti sportivi ufficiali e riconosciuti, si svolgono alla luce del sole da ormai diverse settimane. E si svolgono anche alla luce dei social, dato che ogni incontro viene poi rigorosamente pubblicato online. Tra i partecipanti si riconosce, ad esempio, il Lupo di Morlupo, che ha perso durante l’ultimo incontro con Thunder Junior.
Le regole che valgono sono quelle della boxe, ovvero solo pugni. Ma le protezioni sono comunque poche – guantini leggeri, paradenti, e nessun caschetto, che è in realtà obbligatorio nel pugilato per i dilettanti. C’è chi nemmeno indossa le scarpe. Il fenomeno, partito da una moda importata dall’estero, è diventato con il tempo virale grazie soprattutto a YouTube. E, sempre all’estero, dietro dei simili combattimenti si nasconde un enorme giro di soldi e scommesse.
L’ultimo incontro di “street fight” è avvenuto di fronte al Casale della Vaccareccia, davanti a un gruppetto di persone. Nessuno però è intervenuto per bloccare un simile show. La preoccupazione, del resto, è che tra i partecipanti possa esserci qualcuno di “improvvisato”, che possa dunque correre il rischio di farsi seriamente male. Sulla vicenda, la redazione del Corriere ha intervistato anche Saverio Longo, presidente della Federazione Italiana Grappling Mixed Martial Arts, “questi incontri più che uno sport, sembrano delle violente risse“, ha esordito Longo.
Lo stesso che ha poi spiegato come qualche mese fa, la sua associazione è stata contattata da persone presentatesi a nome di Strelka, che gli hanno chiesto di organizzare insieme a loro alcuni eventi in Italia. Invito, questo, ovviamente declinato. “Non ci interessano queste attività, noi organizziamo combattimenti in un sistema fortemente regolamentato, al chiuso o all’aperto non importa, ma su ring che rispondano a precisi requisiti. Il nostro sport è sicuramente cruento, per questo nulla può essere lasciato all’improvvisazione, servono regole severe per garantire la massima sicurezza ai nostri tesserati”, ha infatti sottolineato il presidente.
Un commento, inoltre, è arrivato anche dall’ente che gestisce il Parco Appia Antica di Roma. “In merito al fatto molto grave segnalato e documentato dal Corriere della Sera di oggi 30 ottobre relativo a incontri di boxe clandestini organizzati all’interno della Valle della Caffarella, l’Ente Parco comunica che si è attivato per accertare le responsabilità dell’accaduto anche in collaborazione con le forze dell’ordine. Il Servizio Guardiaparco ha potuto accertare che l’episodio si è verificato il 9 ottobre nei terreni agricoli di proprietà privata antistanti il casale della Vaccareccia. Pertanto è stato convocato l’organizzatore per l’applicazione delle sanzioni di legge”, si legge nell’ultimo comunicato.