Lontano dai riflettori del calcio europeo ormai dal 2018, il fuoriclasse spagnolo Andrés Iniesta, adesso in forza al Vissel Kobe, ha parlato di alcuni momenti difficili durante la sua carriera.
Don Andrés si è messo a nudo per raccontare le sue difficoltà e i problemi che lo hanno afflitto dopo una disgrazia.
La vita di un calciatore, si sa, è fatta di vittorie e di sconfitte, di momenti belli e indimenticabili e di momenti bui e complicati. Lo sa bene anche Andrés Iniesta che a The Wild Project si è raccontato mostrando l’altra faccia della medaglia della vita di un campione. Nonostante una carriera ricca di successi, con le maglie di Barcellona e Spagna, il catalano ha vissuto momenti bui in cui nemmeno giocare in una squadra di fenomeni riusciva più a dargli stimoli. Un periodo che tutt’oggi porta strascichi nella vita quotidiana di Andrés che ha dichiarato di non aver mai interrotto la terapia.
La vita di Andrés Iniesta è letteralmente cambiata nell’estate del 2009. Lo spagnolo aveva conquistato la sua prima Champions League in maglia blaugrana ed era già tra i più fori calciatori al mondo. Nell’agosto 2009, però, al Centro Sportivo di Coverciano si spegne un caro amico di Andrés: Dani Jarque, difensore dell’Espanyol. Anch’egli catalano, durante una telefonata con la fidanzata nel corso del ritiro della sua squadra in Italia è stato vittima di una asistolia. L’estate seguente la Spagna si laurea campione del mondo con Andrés Iniesta, autore del gol vittoria, che mostra una maglia dedicata all’amico scomparso e che recita: “Dani Jarque siempre con nos otros“.
Il dolore per la perdita dell’amico, però, non è andato via con la vittoria della Coppa del Mondo. Anzi, Iniesta ha raccontato come in quel periodo abbia sofferto di una forte depressione. Ecco un estratto delle sue parole: “Quando combattevo la depressione, il momento migliore della giornata era quando prendevo le pillole e andavo a letto. Avevo perso la voglia di vivere; abbracciavo mia moglie, ma era come abbracciare un cuscino: non provavo niente. Continuo ad andare in terapia perché ho bisogno di controllarmi. Sono felice quando i professionisti parlano di malattie mentali e depressione. Col tempo, la vita ti insegna che la depressione e le malattie mentali possono colpire chiunque“.
Nel calcio italiano anche un totem come Gianluigi Buffon aveva parlato dei suoi periodi difficili dovuti alla depressione. Dichiarazioni come queste devono aiutare a non dimenticare che dietro ogni atleta c’è sempre una persona che, come tutte le altre, può attraversare momenti poco felici nonostante all’apparenza tutto sembri andare per il meglio.
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