Lo hanno ucciso a colpi di arma da fuoco in un agguato teso sotto la sua abitazione. Si tratta di Vittorio Boiocchi, 69 anni, storico capo ultrà nerazzurro.
È morto ucciso da una serie di colpi di pistola Vittorio Boiocchi, 69 anni, storico capo ultras dell’Inter. Portato in nosocomio, al San Carlo di Milano, è morto poco dopo. La polizia sta investigando su questo omicidio.
Nel passato dell’uomo, ci sono parecchi arresti e denunce. L’ultima era dell’anno scorso, quando fu accusato di tentata estorsione nei confronti di un impresario. Nel corso della sua esistenza era stato arrestato e condannato per traffico di stupefacenti, rapina, sequestro di persona. Molti ultrà della Curva Nord nerazzurra, saputo della morte del loro storico capo, hanno lasciato lo stadio dove si giocava Sampdoria Inter.
L’ultima volta che avevano arrestato Boiocchi, assassinato in un agguato a Milano, era stato nel marzo 2021, quando la polizia lo beccò con un complice, P.C., con una scacciacani modificata, un taser e pettorine delle Fiamme Gialle. Lo condannarono a tre anni e due mesi.
L’uomo aveva avuto dieci condanne definitive per associazione a delinquere a fini di traffico internazionale di droga, ricettazione, porto e detenzione abusivo armi, rapina, sequestro e furto. Dal 1992 al 2018 era stato in prigione per 26 anni e 3 mesi. I magistrati scrivevano che la storia personale dell’uomo era «contraddistinta dalla sistematica consumazione di gravi reati, dalla coltivazione di forti legami con personaggi di spicco della delinquenza organizzata mafiosa legata a Cosa Nostra e alla cosiddetta “mafia del Brenta’».
Era esponente di spicco della Curva Nord dell’Inter e nel 2019 era tornato allo stadio Meazza dove aveva ripreso il controllo come negli anni passati, periodo anni ’80. Poi nel 2021 fu di nuovo arrestato. Per un periodo era stata sorvegliato con il divieto di avvicinamento a meno di 2 km di distanza dallo stadio milanese. Lo scopo dei magistrati, come loro stesso scrivono, era «spezzare quel legame pericoloso esistente fra Boiocchi Vittorio e la tifoseria interista anche al fine di tutelare i soggetti legati al mondo degli ultrà che non presentino caratteristiche criminali come le sue».
Andare allo stadio gli aveva permesso di costruirsi un profittevole giro d’affari. Lui stesso, intercettato dagli investigatori nell’ultima indagine, asseriva di prendere «circa 80 mila euro al mese tra parcheggi e altre cose. Dice che finalmente erano riusciti a fare una bella cosa con la gestione dei parcheggi, con 700-800 biglietti in mano, due paninari a cui hanno fatto avere il posto che gli danno una somma ad ogni partita».
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