A 69 anni torna libero Maurice Hastings, dopo 38 anni di carcere: era sempre stato innocente. Provvidenziale il test del Dna, che gli era sempre stato negato. “Ora voglio solo godermi quel che resta della mia vita”.
La fine di un lungo e tormentoso incubo. La liberazione, la gioia di poter finalmente uscire dal carcere. Un uomo di 69 anni, Maurice Hastings, ha trascorso più di 38 anni dietro le sbarre, prima che venisse provata la sua innocenza. La sua condanna ora è stata annullata: l’uomo era stato infatti scambiato per un’altra persona.
Ma quegli anni di vita trascorsi cella non glieli darà più indietro nessuno. “Ho pregato per molti anni che questo giorno arrivasse. Ora voglio solo godermi quel che resta della mia vita, finché dura”.
Negli Stati Uniti, nello stato della California, un 69enne afroamericano, Maurice Hastings, è stato oggi liberato, dopo aver trascorso 38 anni in prigione per un delitto mai commesso. L’uomo era stato infatti scambiato per un’altra persona, e ha dimostrarlo davanti ai giudici è stato un test del Dna. Con le prove schiaccianti davanti agli occhi, i giudici lo hanno così scagionato, annullando la sua condanna.
Il 69enne era finito in carcere nel 1988: sulla sua testa un ergastolo senza condizionale, sentenziato a seguito di un barbaro omicidio avvenuto in un sobborgo di Los Angeles. Vittima Roberta Wydermyer, aggredita sessualmente e uccisa con un solo colpo di pistola alla testa. Il suo corpo era stato ritrovato occultato all’interno del bagagliaio del suo stesso veicolo. A finire incolpato di un simile delitto fu Hastings, che si è sempre dichiarato innocente. Nessuno gli ha mai creduto.
Anzi, secondo quanto avanzato dall’accusa, l’uomo avrebbe persino meritato la pena di morte. Quando però venne effettuata l’autopsia sul cadavere della donna, vennero ritrovate e prelevate alcune tracce di Dna, risalenti alle tracce di sperma lasciate dall’aggressore. Prove, queste, che avrebbero potuto dimostrare la sua innocenza, ma che non sono mai state prese in considerazione. Nel 2000 Hastings aveva infatti chiesto di poter essere sottoposto a un test del Dna: il procuratore distrettuale aveva però irremovibilmente respinto tale richiesta.
Soltanto quest’anno, nel giugno 2022, è stato concesso al 69enne la prova del Dna. Ed è stato proprio grazie a questo test che le autorità hanno potuto appurare come il profilo genetico appartenesse a un altro uomo. Il vero colpevole di quel barbaro delitto era un altro detenuto, già accusato e finito in carcere per il rapimento di un’altra donna (anche lei ritrovata priva di vita in un bagagliaio), morto però in cella nel 2020.
Una vicenda, questa, che assume dei contorni da film, e che il procuratore distrettuale della contea di Los Angeles George Gascón ha definito come una “terribile ingiustizia“. “Il sistema giudiziario non è perfetto. Quando veniamo a conoscenza di nuove prove che potrebbero cambiare le nostre convinzioni, nostro obbligo è quello di agire rapidamente”, ha poi aggiunto.
Certo è che gli ultimi 38 anni, per il 69, non sono di certo passati “rapidamente”. Davanti a un simile destino, e arrivato infine a un simile verdetto, l’uomo si è però dimostrato soddisfatto e privo di rancore. “Ho pregato per molti anni che questo giorno arrivasse. Al momento in me non c’è nessuna amarezza, non punto il dito contro nessuno. Ora voglio solo godermi quel che resta della mia vita, finché dura”.
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