L’indagine condotta a Singapore ha portato alla luce un dato sconvolgente. È stata trovata della carne di squali in via di estinzione nel cibo per animali.
Gattuccio, spinarolo, verdesca, palombo: sono tante le specie di squali che è possibile trovare nelle pescherie e nei supermercati in Italia. Se da un lato esistono diverse specie commestibili, dall’alto è bene tenere a mente che sono numerose quelle in via di estinzione, che per questo motivo dovrebbero essere protette da una pesca eccessiva.
Da un’indagine realizzata presso il Yale NUS College di Singapore e pubblicata sulla rivisita Frontiers in Marine Science è emerso un dato decisamente inaspettato. Sono state trovate tracce di carne di squalo nel cibo per animali. Lo studio si è concentrato sugli alimenti per cani e gatti e i ricercatori hanno riscontrato la presenza del DNA di diversi squali, comprese alcune specie che rischiano l’estinzione.
Gli studiosi hanno analizzato 144 campioni di cibo per animali. All’interno di un terzo dei campioni (per la precisione 45) erano presenti tracce di DNA di squalo. Dallo studio è risultato che le specie più utilizzate sono verdesca, squalo seta e squalo pinna bianca.
Sebbene la verdesca rientri nella categoria delle specie che vengono consumate anche dagli essersi umani, lo squalo seta e lo squalo pinna bianca fanno parte della lista rossa stipulata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Sono riconosciuti come animali “vulnerabili” – ovvero a rischio – e andrebbero tutelati.
Il consumo umano, a quanto pare, non basta. Agli squali che vengono consumati dagli esseri umani, si aggiungono quelli in via di estinzione usati per la produzione di cibo per animali che viene poi acquistato da clienti ignari. Come fare per riconoscere i cibi che contengono carne di squalo?
I ricercatori che hanno condotto lo studio hanno cercato di rispondere alla domanda precedente. Sfortunatamente nelle etichette dei prodotti non è possibile trovare le indicazioni necessarie. “Nessuno dei prodotti elencava specificamente lo squalo come ingrediente” hanno spiegato.
Esiste, però, una “terminologia vaga” che viene usata proprio per indicare la presenza di carne di squalo. Termini come “pesce dell’oceano”, “pesce bianco” o “esca bianca” vengono usati in riferimento agli squali, senza fornire ulteriori precisazioni.
Questa strategia impedisce ai proprietari di cani e gatti di poter effettuare acquisti consapevoli. Come affermato dai ricercatori: “Di conseguenza i proprietari di animali domestici e gli amanti degli animali potrebbero inconsapevolmente contribuire alla pesca eccessiva degli squali in via di estinzione”.
In conclusione, è impossibile determinare con certezza la presenza di DNA di squalo nel cibo per animali. L’unica soluzione, per chi non volesse supportare la pesca di specie già a rischio, è controllare le etichette dei prodotti e prestare attenzione alle diciture sopra menzionate.
Il Torino di mister Vanoli è partito molto bene in Serie A e, nonostante le…
Dai fasti degli anni '90 e dei primi 2000 sembra passata un'eternità. Ormai da più…
Quali sono le aziende che garantiscono il miglior servizio per la luce e il gas…
Anticipazioni sulle prossime puntate della soap di Rai Uno Il Paradiso delle Signore 9: crisi…
Quando si parla di detergere il viso sono molti a commettere errori banali che compromettono…
Le anticipazioni sulla puntata del 15 ottobre di Temptation Island rivelano diversi colpi di scena:…