Chi vive di pubblicità sta sprofondando, chi invece ha più equilibrio è sul punto di precipitare, ma entrambi hanno una cosa in comune: per tutti è profondo rosso
È una grossa crisi quella che sta investendo i colossi della tecnologia. Da Meta a Apple, a Microsoft, nessuno sfugge all’ondata di crisi. Una tre giorni di trimestrali da incubo quella dei Giganti del tech.
Ma che cosa sta succedendo? Ebbene, come riporta Agi, Meta è stata affondata da risultati al di solito di quanto ci si attendeva, Alphabet non andava così lentamente da circa dieci anni. Anche Amazon non sembra essere riuscito a sfuggire alla crisi, tant’è che il suo e-commerce di Natale potrebbe andare incontro a delusione. Per motivi differenti, non sono esenti da questo vortice neppure Apple e Microsoft.
Nessuno è immune dalla crisi: il fatto che ci siano state vendite online scarse nel trimestre del Black Friday e che la spesa pubblicitaria sia scesa, sono indice che l’economia mondiale non è propriamente in salute. Dalle trimestrali tech emergono numeri preoccupanti, in quanto pessimi.
Meta
Meta è in grande crisi, tant’è che nel primo trimestre 2022 c’era stato già un primo calo di fatturato, e ora il secondo. A dicembre, con molta probabilità ci sarà un terzo calo, il che fa presupporre che se Meta fosse uno Stato, la sua sarebbe una “recessione tecnica” davvero molto ampia come non mai. Il titolo di Meta, infatti, dopo la notizia della trimestrale, ha perso un quarto del suo valore.
Nello specifico, la situazione è la seguente: nonostante la crescita di utenti attivi, il fatturato è sceso del 4%, i costi sono saliti al 19%, il margine operativo è sceso da 36% a 20%, per cui c’è stato un dimezzamento anche dell’utile. Per il trimestre attuale, Meta stima un incasso tra 30-32,5 miliardi di dollari, il che significherebbe un ulteriore calo del 7% con un valore medio. Una caduta libera, dunque. Meta punta molto sulla pubblicità, che nel terzo periodo è stata la principale fonte di fatturato, nello specifico il 98%.
L’altra azienda in grande crisi per la pubblicità è Alphabet, tant’è che il fatturato della holding a cui fanno capo Google e anche altre aziende controllate è aumentato, ma solo del 6%, il che ha deluso ogni aspettativa da parte degli analisti e mostrando una più che evidente differenza con il +41% dell’anno scorso.
A deludere è soprattutto YouTube, che ha incassato oltre 7 miliardi, che corrisponde al 2% in meno anno per anno. Questo è l’esito dovuto a un calo di pubblicità, in particolare in settori quali assicurazioni, credito, immobiliare e criptovalute.
Si terrà il focus sulle priorità, facendo tagli dove si può, spiegano dall’azienda. In due sedute, il titolo di Alphabet ha perso il 12% circa, il che è molto male per un’azienda simile. Tuttavia, è una caduta meno forte rispetto a Meta, perché Alphabet, rispetto alla società di Zuckerberg, ha trovato un paracadute che è Google Cloud. Pur in perdita, è aumentata di +37%, 6,9 miliardi. La pubblicità è ancora 3/4 di fatturato, ma Alphabet ha un paracadute che Meta sta ancora provando a individuare. Paracadute che gli consente di resistere quando i “venti contrari” soffiano possenti.
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