Il brigadiere era stato sospeso dal servizio a causa dei suoi problemi psichiatrici ma da poco i medici lo avevano reintegrato.
Il suo comandante però lo aveva forzatamente messo in ferie. Non era convinto che potesse riprendere il suo posto.
Potrebbe esserci una lite all’origine della tragedia di Asso, nel Comasco, dove il brigadiere dei carabinieri Antonio Milia, ha ucciso il proprio comandante. Uno screzio tra il luogotenente ucciso, Doriano Furceri, 57 anni, e lo stesso Milla. Il comandante non voleva riammetterlo in servizio dopo che quest’ultimo era stato sospeso per motivi psichiatrici. Una ipotesi trapelata dagli ambienti investigativi che cercano di far luce sulla sparatoria nella caserma di Asso e terminata solo alle prime luci del giorno dopo l’intervento dei carabinieri del Gis.
Il brigadiere Antonio Milla voleva ritornare al suo posto, ma il nuovo comandante della caserma, malgrado l’ok dei medici, non era convinto delle sue condizioni. La sospensione di Milla era coincisa con l’arrivo ad Asso, nel febbraio 20220, del comandante Furceri. La misura era stata emessa dai vertici della Compagnia di Como dopo alcuni allarmanti comportamenti di Milla. Era emersa una tendenza suicidaria del carabiniere provocata, pare, da una crisi con la moglie. Per questo motivo l’Arma gli aveva levato la pistola d’ordinanza, per poi restituirgliela qualche settimana fa, dopo il semaforo verde giunto dalla commissione medica di Milano. Via al reintegro del brigadiere quindi, senza nessuna limitazione. Ma la pensava diversamente il comandante Furceri, che evidentemente non lo riteneva ancora in grado di rientrare al lavoro. Motivo per cui lo aveva costretto a prendersi ferie.
Molto probabilmente è da questa decisione che si è originato il diverbio finito in omicidio ieri pomeriggio, quando il brigadiere Milla ha ucciso il suo comandante freddandolo con tre colpi di pistola. Non ci sarebbero testimoni oculari dell’omicidio, ma un carabiniere ha sentito prima partire un colpo, dei lamenti e infine altri due colpi in rapida successione. Poi il silenzio. All’arrivo dei Gis in caserma il brigadiere stava delirando e puntava l’arma da fuoco contro tutto e tutti (un membro dei corpi speciali ha riportato una ferita a una gamba).
Dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è arrivato il cordoglio alla famiglia del comandante ucciso. Lo stesso fa fatto in una nota la vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti, che ha chiesto Direzione Generale Welfare di relazionare sui due gravi fatti di cronaca che hanno sconvolto la Regione ei Il Paese (l’aggressione di Assago e l’uccisione del comandante Furceri) “con particolare riferimento all’assistenza psichiatrica e di presa in carico degli autori dei delitti”.
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