Semaforo verde anche in Senato al nuovo esecutivo che si prepara a varare le prime misure dopo aver incassato la fiducia del Parlamento.
Dopo aver chiuso anche la partita del sottogoverno si partirà con l’emergenza del caro bollette.
Dopo il via libera alla Camera dei deputati, che ha dato la fiducia al governo di Giorgia Meloni con 235 voti a favore, 154 no e 5 astenuti, è arrivato anche il giorno della fiducia in Senato. Ieri il nuovo esecutiva ha incassato anche quella di Palazzo Madama con 115 sì, 79 no e 5 astenuti, tra i quali l’ex premier Mario Monti.
Ieri è stato anche il giorno del gran ritorno di Silvio Berlusconi in Senato. Il centrodestra ha votato compatto nel ‘secondo tempo’ della fiducia. Adesso si riapre la partita del sottogoverno per completare la squadra.
La Lega dovrebbe avere due viceministri (Rixi alle Infrastrutture e un altro leghista alla Transizione ecologica) e nove sottosegretari. Due viceministri anche per Forza Italia avrà due viceministri (Sisto alla Giustizia e probabile Valentini al Mise) e sei sottosegretari; un viceministro per Noi con moderati e il resto a Fratelli d’Italia.
Una partita, quella dei viceministri e sottosegretari, che dovrebbe chiudersi tra venerdì e lunedì. Molti parlamentari (e soprattutto ex parlamentari) hanno avvicinato Salvini e Berlusconi per un posto nel sottogoverno. Si corre non solo per i posti da viceministro e sottosegretario, ma anche per la guida della presidenza delle Commissioni. La divisione al Senato è questa: 5 a Fratelli d’Italia, 3 alla Lega, 2 a Forza Italia. Il medesimo criterio sarà adottato alla Camera dove al partito di Berlusconi dovrebbe andare la presidenza di Bilancio e Infrastrutture.
La neo-premier Giorgia Meloni, sulla falsariga del discorso di martedì alla Camera, ha spiegato in quale direzione si orienteranno le prime mosse del suo esecutivo: “Dovremo fare una grande operazione di verità sull’Italia che ereditiamo. Quando ci sono risorse limitate devi scegliere dove andare, dove portare la nazione”, ha detto ieri al Senato. Una premessa per illustrare che il governo partirà prima di tutto dal caro-bollette.
“Recupereremo le risorse nelle pieghe del bilancio: penso agli extraprofitti, con una norma che va riscritta, e all’extragettito”. Il primo provvedimento sarà quello di sbloccare il ‘tesoretto’ lasciato in eredità dal precedente governo guidato da Mario Draghi.
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