F.C., attivista del centro sociale Rivolta di Marghera, si trovava affianco ai tifosi del Sankt Pauli, squadra tedesca di serie B. La polizia afferma che era tra i fomentatori dei disordini, ma lui vuole fargli causa
Il Sankt Pauli è una squadra tedesca di serie B, un club non molto titolato, che ha comunque un fenomeno, ossia la sua curva di tifosi.
È la curva più a sinistra del globo, e ogni domenica accoglie migliaia di ultras in uno stadio sito in un quartiere Amburgo, in Germania. Lo stadio può contenere max 25 mila tifosi. Da diversi luoghi dell’Europa giungono tifosi, considerati i ribelli più guerrieri del calcio, tra anarchici, che sono un po’ tifosi e parecchio attivisti. Sventolano bandiere di Cuba e Che Guevara e cantano inni di rivoluzione e, dettaglio da non trascurare, impediscono a tifosi di estrema destra di accedere.
Tutto questo è per far comprendere meglio cosa è accaduto domenica 23 ottobre, quando si è giocato un derby tra Sankt Pauli e Hamburger SV. Ma il derby è diventato incandescente già fuori dal campo, prima che effettivamente avesse inizio il match, con la polizia tedesca che è intervenuta bloccando almeno 50 ultras. Tra questi, c’era anche l’attivista veneziano F. C., 37 anni, noto per l’appartenenza al centro sociale Rivolta di Marghera.
Ebbene, F.C., ogni tanto si reca ad Amburgo, a supportare il Sankt Pauli e così ha fatto anche il 23 ottobre scorso. Secondo la polizia, il giovane avrebbe alimentato gli scontri, tant’è che gli agenti l’hanno bloccato buttandolo a terra, come è possibile vedere da un video che circola online.
L’uomo è stato fermato con una cinquantina di altri attivisti. Il 37enne è tornato in Italia da un paio di giorni e si è subito rivolto al suo legale, Giuseppe Romano, che spiega:«Dice che si trovava in un punto arretrato rispetto al fronte dei tifosi che occupavano la piazza, la polizia ha caricato ai lati e lui sostiene di non aver fatto assolutamente nulla e di essere stato messo subito a terra e colpito. È stato trattenuto per circa sei ore e rilasciato. Stiamo valutando se e come procedere con la denuncia. Le immagini sono eloquenti».