Le amministrazioni russe devono fare i conti con l’esodo di impiegati e funzionari che abbandonano per il timore di essere mobilitati.
La chiamata alle armi fa paura e perciò in molti si danno alla fuga. Mentre i coscritti si lamentano della scarsa qualità (e quantità) dell’equipaggiamento militare fornito dallo Stato.
Diversi funzionari e impiegati dell’amministrazione federale e della città di Mosca hanno deciso di abbandonare la Russia per evitare la chiamata alle armi e andare a combattere sul suolo ucraino. A darne notizia è stato il sito russo Vyorstka. Stando alle sue informazioni in alcuni dipartimenti dell’amministrazione municipale moscovita hanno lasciato il 20-30% dei dipendenti di sesso maschile per evitare di essere mobilitati.
Un esodo, quello di impiegati e funzionari amministrativi, che ha provocato una paralisi all’interno di diversi dipartimenti municipali, tra i quali sanità, alloggi, istruzione. La mancanza di personale amministrativo ha coinvolto anche le istituzioni subordinate ai ministeri federali. Diversi esperti nel campo dell’informatica sono fuggiti in Kyrgyzstan, Kazakistan, Tagikistan e Uzbekistan. Molti impiegati amministrativi, in particolare quelli ai livelli più bassi, avevano paura di essere richiamati alle armi in quanto reputati non strettamente indispensabili. Molta impressione – e panico – tra i colleghi ha destato la settimana scorsa la notizia della scomparsa di Aleksey Martynov, 28 anni, a capo di un dipartimento municipale di Mosca. L’uomo è stato ucciso in Ucraina dopo essere stato mobilitato il 23 settembre scorso.
Le lamentele dei coscritti
Ma la fuga dei potenziali coscritti non è l’unico problema dell’esercito russo. Circolano video in cui i coscritti si lamentano di non aver ricevuto abbastanza mezzi e di doversi autofinanziare parte dell’equipaggiamento militare. Secondo gli esperti militari è la prova che la Russia non era pronta per la mobilitazione parziale decisa dal Cremlino.
Contro i coscritti russi che si lamentano dello scarso equipaggiamento, dando così conferma all’entità del problema, ha tuonato il leader ceceno Ramzan Kadyrov. «I coscritti filmano dei video in cui si lamentano della mancanza di una cosa o dell’altra, della mancanza di fucili, dei fucili vecchi, le uniformi inadatte. Ma dall’altra parte, il nemico ha buone armi, buone uniformi. Dobbiamo prendergliele. Non dobbiamo piagnucolare. Il nostro stato e il nostro presidente hanno bisogno di noi», questa la soluzione suggerita da Kadyrov su Telegram, menzionato da Ukrainska Pravda. Il leader ceceno è uno dei più accesi supporter del presidente russo Vladimir Putin e della guerra in Ucraina. Kadyrov si è detto convinto che l’esercito di Mosca avrà un grande successo.