Pubblicati alcuni stralci della relazione finale della Commissione bicamerale Antimafia sul giallo di Rossella Corazzin, la 17enne scomparsa nel Bellunese nel 1975.
Dalla relazioni emerge un vortice inquietante di neonazisti, satanisti, massoni. Nella morte della ragazza sarebbe stato coinvolto anche il Mostro di Firenze.
«Rapita in Cadore, violentata nel corso di una cerimonia a sfondo esoterico e strangolata in una villa vicino al lago Trasimeno di proprietà di Francesco Narducci», il medico di Perugia la cui morte misteriosa è associata all’inquietante vicenda del mostro di Firenze.
Si allunga dunque del celebre killer seriale sul Cadore e sulla morte di Rossella Corazzin, la giovane di San Vito al Tagliamento (Udine) scomparsa un pomeriggio d’estate del 1975 mentre si trovava a Tai, nel Bellunese, dopo aver lasciato dietro di sé delle lettere dove faceva riferimento a un certo “Gianni” che raccontava di aver conosciuto.
È il quadro che emergerebbe dalla bozza della relazione finale della Commissione bicamerale Antimafia di cui oggi il Corriere del Veneto ha diffuso alcuni stralci.
Il racconto di Angelo Izzo
La Commissione bicamerale Antimafia ha ripreso e dettagliato la ricostruzione fornita sulla vicenda nel 2016 da Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo nonché una delle personalità più oscure della cronaca nera italiana. La Procura di Perugia archiviò il caso di Rossella Corazzin, ritendendo inattendibile la versione di Izzo.
Ma stando alla bozza, quanto raccontato da Izzo non può essere liquidato come non credibile. «Dal racconto emergono elementi – si fa osservare – che non hanno trovato smentita, specie per quanto riguarda il medico perugino e la sua villa sul Trasimeno». Il riferimento della Commissione bicamerale Antimafia qui va proprio a Francesco Narducci, docente dell’ateneo perugino e gastroenterologo di successo, morto in circostanze misteriose nel 1985, quando il suo nome cominciò ad essere collegato ai delitti del Mostro di Firenze.
La villa degli orrori
Secondo Izzo il “Gianni” di cui parlava Rossella era Gianni Guido, un altro dei responsabili del massacro del Circeo, avvenuto meno di un mese dopo il rapimento di Rossella, e che aveva una casa di famiglia a Cortina. Sempre per Izzo al delitto, avvenuto nella villa di San Feliciano di Magione messa a disposizione dal dottor Narducci, avrebbero preso parte diverse persone. Incluso anche il misterioso S.D.L., personaggio legato all’estrema destra eversiva. Per giorni si sarebbero alternate nella villa dove Rossella sarebbe stata trasferita dopo il rapimento nel Bellunese. Qui sarebbe stata sottoposta a un rito satanico, stuprata e infine uccisa. «Il suo corpo l’hanno sotterrato in un bosco lì vicino» afferma Izzo, secondo il quale il gastro-enterologo Narducci sarebbe collegato anche al duplice omicidio avvenuto l’anno precedente, il 14 settembre del 1974, di Pasquale Gentilcuore e Stefania Pettini, a Borgo San Lorenzo, in Toscana.
La tesi appare chiara: è quella di un filo rosso tra l’uccisione della coppia, la morte di Rossella Corazzin e le azioni del Mostro di Firenze. Dietro a tutto ci sarebbe sempre Narducci, che per Izzo faceva parte del gruppo della «Rosa Rossa» (già emerso nelle passate inchieste sul serial killer di Firenze) e di quello satanico-nazista dei «Nove Angoli», dedito ai sacrifici umani.