Omicidio Lisa Gabriele, indagato un ex poliziotto di 52 anni. Potrebbe essere stato lui ad uccidere la 22enne, rinvenuta cadavere in un bosco. Dopo 17 anni dal delitto, vengono alla luce depistaggi e l’intervento della massoneria.
Si riapre il caso relativo all’omicidio di Lisa Gabriele, avvenuto nel 2005. A far riaprire le indagini, chiuse nel 2009 a seguito dell’archiviazione come delitto contro ignoti, è stato un esposto anonimo fatto pervenire alla Procura di Cosenza.
Come spiegano le agenzie di stampa, pare non siano stati divulgati i particolari contenuti all’interno del documento. Tuttavia, a seguito di quanto rilevato negli ultimi accertamenti condotti dagli inquirenti, ad essere ora indagato sarebbe un ex poliziotto di 52 anni.
Omicidio Lisa Gabriele: verso la risoluzione del caso?
Riaperto il cold case che era stato archiviato nel 2009. Alla luce di un esposto ricevuto dalla Procura di Cosenza, e a seguito della riapertura delle indagini (con nuovi accertamenti, interrogatori e riesumazione della salma), pare che i carabinieri abbiano arrestato un ex poliziotto di 52 anni. A ricevere la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare sarebbe Maurizio Abate, all’epoca dei fatti agente della sottosezione della stradale di Cosenza.
Come riportano le agenzie, l’uomo sarebbe stato questa mattina con l’accusa di omicidio doloso premeditato. La vittima, Lisa Gabriele, era stata ritrovata senza vita l’8 ottobre del 2005. Secondo quanto ricostruito finora, alla base del delitto potrebbe essersi la volontà da parte dell’indagato di interrompere la relazione extraconiugale con la donna, dopo la nascita del figlio avuto con la sua compagna. Gabriele avrebbe reagito negativamente e violentemente alla decisione dell’uomo, che per questo l’avrebbe uccisa, soffocandola con un cuscino all’interno dell’appartamento dove erano soliti incontrarsi.
Grazie all’aiuto di un complice, l’uomo avrebbe poi trasportato e occultato il corpo della ragazza nel portabagagli della Fiat 500 della stessa vittima, abbandonandolo nel bosco. Abate avrebbe poi cercato di far passare il delitto come un caso di suicidio. Come emerso dalle indagini, infatti, pare che l’uomo avesse scritto un biglietto, lasciato accanto al corpo della donna, ma risultato poi un falso sulla base di una perizia calligrafica.
Secondo quanto viene riportato da Il Corriere della Sera, inoltre, le indagini avrebbero accertato anche l’appartenenza di Abate alla massoneria di Bisignano, denominata “Sacro Graal”. In questo quadro l’ex poliziotto avrebbe perciò potuto contare su coperture e depistaggi messi in atto nell’ambiente al quale apparteneva. Ancora in corso le indagini del caso che pare possa finalmente trovare una fine dopo ben 17 anni da quel fosco omicidio.