Il difensore nerazzurro Alessandro Bastoni in occasione della presentazione del libro “Non è sudore, è amore” ha raccontato il suo percorso: “Con lui ho fatto un salto di qualità”.
L’Inter dopo la vittoria in casa contro il Barcellona, nel terzo turno dei gironi di Champions League, sembra abbia ritrovato quello spirito che, durante la prima stagione con Simone Inzaghi sulla panchina nerazzurra, era stato determinante per conquistare due titoli e sfiorare l’impresa ad Anfield nel ritorno degli ottavi contro il Liverpool.
I nerazzurri hanno avuto un avvio di stagione difficile, 4 sconfitte in 8 partite, ma la squadra sembrerebbe avere ritrovato la giusta armonia che molto spesso si è rivelata il fattore in più che mancava. Ancora sei impegni prima della pausa per il mondiale in Qatar, tra Champions e campionato saranno partite decisive per le sorti della stagione che riprenderà nel 2023.
Tra i giocatori che non avevano carburato bene c’era Alessandro Bastoni che ora sembra essere tornato al top come ha fatto vedere nelle ultime partite. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, poiché il difensore insieme ad altri campioni dello sport si è raccontato in un libro intitolato “Non è solo fatica, è amore”.
Il difensore dell’Inter ha parlato dei suoi allenatori: “Un allenatore che le ha lasciato il segno? Fare il nome di un solo allenatore sarebbe ingeneroso nei confronti di tutti i tecnici che mi hanno allenato. Ognuno mi ha lasciato qualcosa di importante, un segno, un valore che porterò sempre con me. Poi chiaramente nel grande palcoscenico della Serie A, Gasperini è stato fondamentale per me. Perché? Uno che ti chiama in prima squadra quando hai 16 anni te lo ricordi. E all’epoca giocavo nell’Atalanta che puntava già all’Europa. Gli riconosco il coraggio di aver puntato su un giovane e il merito di averci creduto, forse ancor prima di me. Sapendo che c’è qualcuno che crede in te è più facile poter ripagare la fiducia”.
Infine parla di Antonio Conte, con il quale due anni fa vince lo Scudetto con l’Inter: “Con lui è arrivata la consacrazione, coincisa con l’arrivo all’Inter. È come se avessi fatto un salto di qualità. Conte è un trascinatore, un motivatore, che fa delle richieste precise ai suoi giocatori cercando di trasferire una mentalità vincente. Gli devo tanto”.
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