Gira video hot e lo invia su Whatsapp, ma arriva anche ai genitori. La scoperta shock dei famigliari di una ragazzina minorenne. Immediata la denuncia, indaga la Procura.
Un gesto ingenuo quello di una ragazzina, una minorenne, residente in un paese dell’Ogliastra. Un video hot registrato con l’intento di inviarlo al suo fidanzatino, ma che ha fatto purtroppo il giro della rete. Passando di cellulare in cellulare, circolando prima su Whatsapp e poi sugli altri social, alla fine il filmato è giunto davanti agli occhi dei suoi stessi genitori.
Una scoperta terribile, questa, che ha portato dubito alla denuncia fatta pervenire al commissariato di Lanusei. La Procura presso il tribunale dei minorenni di Cagliari ha aperto un fascicolo e affidato le indagini alla polizia.
Gira video hot e lo invia su Whatsapp, ma arriva anche ai genitori
Sarà ora compito degli agenti di Lanusei scoprire chi si sia mosso dietro al trasferimento del video hot passato da un telefonino all’altro. A finire vittima di questa gravissima vicenda è una ragazzina residente in un paese dell’Ogliastra. La minorenne avrebbe girato il filmato, nel quale si riprende in pose sessualmente esplicite, con lo scopo di inviarlo al suo ragazzo. Un filmato, però, che è finito sugli schermi di tantissimi altri smartphone.
A scoprire la faccenda i genitori della giovanissima, che hanno allertato subito le forze dell’ordine. Forze dell’ordine che, nel frattempo, dovranno lavorare anche a un altro episodio, sempre relativo a un video ripreso e postato dagli stessi protagonisti della vicenda. In questo caso, però, a finire immortalata è stata una violentissima rissa tra ragazzine. Istigate dai loro coetanei, infatti, si sarebbero date appuntamento presso un parco pubblico di Sestu, nella Città Metropolitana di Cagliari, per poi aggredirsi e picchiarsi in diretta.
Una moda, questa di riprendersi e di inviare video ai loro coetanei, che sta prendendo sempre più piede tra i minorenni – e non solo. Alla luce di quanto accaduto, saranno coinvolti anche i genitori dei ragazzini (una quindicina, e tutti tra gli 11 e i 12 anni), così da poter avviare e lavorare insieme a un percorso di sensibilizzazione contro questa nuova e pericolosissima tendenza da social.