Bin Salman e le prese in giro su Joe Biden: “Privo di acume mentale, era molto meglio avere a che fare con Donald Trump”. I rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita sono ai minimi storici.
Un patto non scritto che lega gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita è sopravvissuto a 15 presidenti e sette re, attraverso un embargo petrolifero arabo; ha resistito a due guerre del Golfo Persico, e ha superato anche gli attacchi terroristici dell’11 settembre. Ora, però, pare si stia sgretolando sotto la pressione del rapporto incerto dei due leader, Biden e Salman, che non si sopportano e non si fidano l’uno dell’altro.
Questa, quanto meno, è l’analisi che viene offerta dal Wall Street Journal, come prologo ad un articolo che parla di frecciatine al vetriolo lanciate recentemente dal principe arabo verso il presidente della Casa Bianca. Presidente che, però, è al tempo stesso reduce dall’infelice dichiarazione pronunciata nel 2020, in piena campagna elettorale: “Vedo pochissimo valore di riscatto sociale nell’attuale governo in Arabia Saudita“, aveva infatti esordito Joe Biden.
Astio tra Bin Salman Biden, relazioni tra paesi ai minimi storici
Dure le parole del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Il 37enne, sovrano del regno, ha di recente lanciato frecciatine e insulti al presidente statunitense Joe Biden, prendendo in giro le gaffe del 79enne e mettendo in dubbio persino la sua acutezza mentale. “Era molto meglio avere a che fare con Donald Trump“, avrebbe dichiarato Salman, sempre però in un contesto “privato”, e con attorno i suoi più fidati consiglieri.
Un astio nei confronti del presidente, quello di Salman, che trova i primi germogli visibili nel 2020 (sebbene abbia dichiarato di non sopportarlo già ai tempi di Obama). Con Biden che aveva parlato di un “governo con poco valore di riscatto sociale”, lo stesso leader della Casa Bianca si era poi sempre rifiutato di avere colloqui con il principe Mohammed. Questo per oltre un anno, fino a che i due non si sono incontrati faccia a faccia in quel di Gedda, città sul Mar Rosso, a luglio 2022. In quest’ultima occasione, però, i funzionari sauditi avevano dichiarato che Biden avrebbe preferito non essere lì, poiché non interessato alle discussioni politiche con il governo. Al contrario, di tutta risposta i funzionari statunitensi replicarono spiegando come l’atteggiamento del leader statunitense fosse in realtà tutto l’opposto: dal punto di vista della Casa Bianca, Biden avrebbe infatti dedicato molto tempo ed energia alle riunioni.
Il Wall Street Journal spiega anche che le relazioni fra Washington e Riad sarebbero ormai finite ai minimi storici. Un punto così basso delle relazioni internazionali, che il Consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ritiene di dover proporre al Congresso di “rivedere le relazioni strategiche con i sauditi“.
L’astio e l’antipatia tra i due leader continua però a nutrirsi vicendevolmente. Lo stesso Biden, di recente, ha criticato senza mezzi termini la decisione del Paese dell’Opec +, ovvero del taglio secco alla produzione di petrolio: dall’Arabia Saudita si contano infatti due milioni di barili al giorno in meno. Una strategia, questa, che ha permesso da un lato di alimentare l’inflazione in Occidente, e dall’altro di fornire più campo all’export russo (sostenendo in questo modo Vladimir Putin). Del resto, sempre in contesto di guerra russo-ucraina, l’Arabia Saudita ha più volte risposto alle richieste americane di isolare il Cremlino, economicamente e politicamente, con un doppio atteggiamento: appoggiando Kiev da un lato, continuando però a fare affari con Mosca dall’altro. Una posizione ambigua e affatto conveniente per la Casa Bianca.