Il caso della bimba morta di stenti a causa dell’incuria della madre Alessia Pifferi si nutre di nuovi terrificanti particolari che emergono dalle chat nel telefono di lei. Si ipotizza che la bambina possa avere subito anche atti sessuali dal compagno della madre
Arrivano nuovi agghiaccianti dettagli dalle chat di Alessia Pifferi, la madre accusata di avere lasciato la propria figlia in casa da sola per oltre una settimana, portandola alla morte per stenti. Nelle discussioni sul telefono della 37enne traspare l’ombra di orrendi abusi sulla minore a sfondo sessuale messi in atto da un uomo, il compagno di Pifferi, con la complicità e il benestare della donna.
“Te la senti di stare con me e Diana? … O vuoi che porto Diana dalla babysitter? … Dimmi tu” si legge in una discussione avvenuta il 20 marzo tra Pifferi e l’uomo di 56 anni con la quale aveva intrapreso una relazione. “Dipende” afferma lui, e poi “Posso baciare Diana?” e lei: “Lo farai“. Da queste prime frasi si ipotizza la violenza sessuale sulla bambina. L’uomo si trova ora indagato per l’ipotesi di reato di corruzione di minorenne, una perquisizione nei suoi confronti è stata effettuata dalla Squadra mobile di Milano.
Ancora nello scambio di messaggi lui scrive che vuole stare “nudi sotto il piumone abbracciati …. e Diana che dorme” mentre la madre rispondeva: “Siiiiii“. Poi lui le chiede: “Ti piace baciare? … ma posso anche davanti a Diana?“. La donna: “Certo che puoi“. E il seguente, più inquietante, “Voglio baciare anche Diana” mentre lei risponde “Lo farai“.
In base a questi contenuti gli inquirenti hanno deciso di sequestrare telefoni e computer degli indagati per verificare cosa sia realmente accaduto e se questi contengano foto o video con “atti sessuali con soggetti di minore età ed in particolare con la minore Diana“. Il contenuto della chat è riportato nel decreto di perquisizione firmato dai pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro.
Da altri messaggi si evince come la bimba sia un peso insopportabile per Alessia Pifferi, un ostacolo alla sua vita e alla sua libertà. Scrive su di lei il giudice Fabrizio Filice, che la donna avrebbe voluto “mantenere una relazione col compagno anche a costo di infliggere enormi sofferenze” alla bambina. Dall’analisi sul corpo della piccola avvenuta il 20 ottobre, gli esperti avrebbero anche trovato tracce di benzodiazepine, un farmaco ansiolitico e antidepressivo non adatto ai minori, utilizzato, si suppone, per stordirla. La madre aveva negato di averlo somministrato alla figlia.
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