Un’altra sparatoria in una scuola americana. Il killer era un ex alunno, rimasto ucciso nello scontro a fuoco con la polizia.
Non si ferma lo stillicidio provocato dalla circolazione delle armi da fuoco negli Stato Uniti.
Scorre ancora sangue in America per le armi da fuoco. Questa volta è toccato a una studentessa e a una donna in un liceo di St Louis, nel Missouri, cadute sotto i colpi di un ex alunno della scuola. A ucciderle, ha fatto sapere la polizia durante la conferenza stampa, è stato Orlando Harris, 19 anni. I poliziotti lo hanno identificato come l’autore della sparatoria che al momento, almeno stando alle informazioni raccolte finora dalla polizia, appare senza movente.
Il 19enne, che non aveva alle spalle precedenti penali, è rimasto a sua volta ucciso dopo uno scambio di colpi con la polizia durato un paio di minuti. Ma prima aveva lasciato a terra due vittime: una donna di 61 anni e una ragazza di 16. I suoi colpi di pistola avevano ferito altre sette persone, portate in ospedale per le cure. La sparatoria è partita attorno alle 9:10 ora locale presso la Central Visual and Performing Arts High School.
Quando i poliziotti sono intervenuti sul luogo della sparatoria gli studenti stavano fuggendo in massa dalla scuola, raccontando agli agenti che all’interno della struttura una persona stava sparando. All’arrivo degli agenti l’aggressore ha aperto il fuoco contro di loro. Dopo un veloce scambio di colpi il ragazzo è stato raggiunto dai proiettili dei poliziotti. È stato trasportato in ospedale, dove è morto per le ferite riportate nello scontro a fuoco.
Un fenomeno in aumento
Le sparatorie delle scuole sono aumentate negli ultimi anni in America, con episodi particolarmente gravi come la strage avvenuta nella scuola elementare di Sandy Hook nel 2012 (26 morti) e quella della Robb Elementary di Uvalde, con 19 bambini e due insegnanti uccisi.
Nel corso del briefing giornaliero con la stampa, la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha lanciato un appello al Senato degli Stati Uniti, dove la maggioranza democratica non può contare su un numero sufficiente di seggi per approvare leggi sul controllo sulle armi e mettere il veto sui fucili d’assalto.
“Ogni giorno in cui il Senato non riesce a inviare un divieto sulle armi d’assalto sulla scrivania del Presidente (per la firma) o aspetta a prendere altre azioni di buon senso è un giorno di ritardo per le nostre famiglie e comunità colpite dalla violenza delle armi”, ha dichiarato Jean-Pierre.
Il luglio scorso, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, a maggioranza democratica, ha sostenuto un’iniziativa per vietare le armi d’assalto negli Usa, ma non è passata al Senato. Nel 1994 gli Usa avevano approvato un veto federale sulle armi d’assalto, ma nel 2004 è scaduto senza che il Congresso lo rinnovasse.