Una incredibile vicenda: il padre era morto per un malore in pieno centro città, ma nessuno ha pensato di avvisare la famiglia.
Il figlio ha scoperto cosa fosse successo al papà solo perché un operatore dei servizi mortuari ha risposto alle sue continue chiamate.
La vicenda è di quelle che lasciano allibiti, straniti come in un racconto di Kafka. A riportarla il Corriere della Sera. Davvero incredibile quanto avvenuto a Trento alla famiglia dell’ingegner Armando Ravagni, molto noto non soltanto in regione per la sua lunga esperienza nelle file del Patt, il movimento autonomista che fino al 2018 ha guidato la Provincia Autonoma di Trento.
Dieci giorni fa l’uomo era uscito di casa, in piazza Fiera a Trento, in pieno centro, quando erano da poco passate le otto. Passando davanti alle scuole Crispi si sarebbe però accasciato a terra. Inutile il massaggio cardiaco praticatogli dal passante. Fin qui il dramma di una vita che si spezza. Da qui in avanti ne inizierà un altro. Sì, perché nessuno pensa alla cosa più naturale del mondo: avvisare i familiari del defunto. Che per ore non sanno più nulla di lui.
Lo choc della scoperta
Cosa sia successo lo scoprono solo dopo. Il telefonino dell’ingegner Ravagni continua a squillare nella camera mortuaria di Trento, poco dopo mezzogiorno. È il figlio Rodolfo che, preoccupato, cerca di mettersi in contatto col genitore. Ma invano. A un certo punto un operatore del servizio funerario, sentendo quel trillo continuo, si avvicina al corpo coperto da un lenzuolo bianco. Non potrebbe farlo, ma lo squillare incessante del cellulare lo spinge a farlo. Così solleva il lenzuolo, prende il cellulare dalla tasca della giacca del defunto e risponde alla chiamata: «Papà, sei tu?», sente dall’altra parte del cellulare. E lui «No, suo padre è qui in camera mortuaria lo hanno portato poco fa».
Nessuno aveva avvisato i familiari
Inutile spiegare lo choc del figlio. Restano solo la rabbia e il dolore per quanto successo. «Nessuno ci ha avvisato dell’accaduto — spiegano i familiari al Corriere della Sera — Non è possibile. Mio padre aveva addosso telefonino e documenti. Possibile che non ci sia stata dico una persona che abbia pensato di avvisare la sua famiglia? Su questa vicenda non staremo fermi. Vogliamo capire».
A distanza di dieci giorni ancora non si sa cosa sia successo in Piazza Fiera, di cosa sia morto il padre e chi ne abbia dichiarato la morte. E soprattutto: perché nessuno ha avvisato i familiari? Chi doveva farlo? «Se non ci avesse avvisato l’operatore del servizio funerario, che ringrazio, avremmo fatto denuncia di scomparsa — sottolinea il figlio Rodolfo —. Una cosa incredibile, a maggior ragione in Trentino». Nel frattempo il legale della famiglia ha fatto partire un esposto con istanza di accertamenti urgenti. La famiglia ha provato anche a bussare ai canali ufficiali. Ma al momento ha ricevuto solo quello che il figlio dell’ingegnere morto definisce «un imbarazzante palleggiamento di responsabilità».