Tra i tanti punti toccati da Giorgia Meloni nel suo manifesto programmatico per la legislatura ha trovato spazio anche il tema delle tasse sul lavoro.
Il nuovo Presidente del Consiglio annuncia una graduale riduzione del carico fiscale sul lavoro, ritenuto uno dei maggiori ostacoli all’occupazione e alla competitività internazionale delle imprese italiane.
Nel suo discorso programmatico nell’Aula della Camera in occasione del voto di fiducia, la neo premier Giorgia Meloni ha toccato anche il tema del cuneo fiscale. Si tratta di una delle misure che stanno più a cuore al nuovo governo. Il presidente del Consiglio ha annunciato una ‘sforbiciata’ di almeno cinque punti alle tasse sul lavoro.
“Imprese e lavoratori chiedono da tempo, come priorità non rinviabile, la riduzione del cuneo fiscale e contributivo”, ha detto Meloni. “L’eccessivo carico fiscale sul lavoro – ha proseguito – è uno dei principali ostacoli alla creazione di nuova occupazione e alla competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali”.
Tagliare di cinque punti il cuneo fiscale
Il nuovo esecutivo, ha aggiunto Meloni, si prefigge di “intervenire gradualmente per arrivare a un taglio di almeno cinque punti del cuneo in favore di imprese e lavoratori, per alleggerire il carico fiscale delle prime e aumentare le buste paga dei secondi“.
Queste le parole del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo intervento alla Camera. “E per incentivare le aziende ad assumere, abbiamo in mente – ha sottolineato la premier – un meccanismo fiscale che premi le attività ad alta densità di lavoro. ‘Più assumi, meno paghi’, lo abbiamo sintetizzato, ma ovviamente questo non deve far venire meno il necessario sostegno all’innovazione tecnologica”.
Tregua fiscale e lotta all’evasione
Meloni ha anche fatto riferimento alla pace fiscale. O meglio alla “tregua fiscale” che consentirà “a cittadini e imprese (in particolare alle Pmi) in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco”.
Una tregua, ha proseguito la premier, alla quale andrà accompagnata “una serrata lotta all’evasione fiscale (a partire da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva)” da unire, ha concluso Meloni, a “una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora”.