Per un intero anno scolastico l’insegnante veniva assunta per un giorno a settimana e licenziata quello successivo.
La vicenda è finita davanti al giudice del lavoro che ha dato ragione alla maestra. Ma i problemi ancora non sono finiti.
Il lunedì la assumevano per licenziarla il giorno dopo, di martedì. Per poi riassumerla il lunedì successivo e licenziarla nuovamente il giorno dopo. E così di seguito per tutto l’anno scolastico. Il top del precariato. È la sconcertante vicenda di una maestra “a gettone” raccontata dal Corriere della Sera. L’insegnante a cottimo aveva un contratto part-time sottoscritto con l’istituto comprensivo 3° di Conegliano, in provincia di Treviso.
È una storia risalente all’anno scolastico 2018-2019. La maestra aveva sottoscritto con la scuola un contratto part-time da 11 ore. L’istituto le ha proposto così un’assunzione a cottimo il lunedì e il licenziamento il martedì. Per l’intero anno scolastico. L’insegnante all’epoca si era rivolta alla Gilda per tutelare il suo diritto a un equo trattamento economico. Un diritto riconosciuto nell’aprile 2021 da una sentenza favorevole del Tribunale di Treviso. Il giudizio del lavoro ha dato ragione alla maestra, riconoscendole il servizio a part-time al 50% per l’intera durata dell’anno scolastico, tanto a livello retributivo quando a livello di carriera (punteggio), invece dei due giorni settimanali retribuiti dalla scuola prima del ricorso dell’insegnante.
Il Corriere quantifica con precisione anche l’entità del danno subito dalla docente, che avrebbe dovuto ricevere 8-9 mila euro per il suo incarico. Invece ne ha percepiti solo 1.600 per un intero anno lavorativo. Finora la sentenza non è stata ottemperata, tanto che la docente, dopo aver atteso inutilmente per quasi un anno, ha dovuto rivolgersi al Tar. Che ha accolto la sua richiesta ordinando alla scuola e all’Ufficio scolastico regionale di provvedere entro 90 giorni a versare gli arretrati.
La docente non dovrà aspettare molto ad averli, ha assicurato il nuovo dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo 3° di Conegliano, Giovanni Pucciarini, insediatosi però solo il 1° settembre 2022. «Non c’è dubbio che la cifra spetti alla collega — spiega al Corriere il dirigente —, non trovo corretto far attendere ancora molto questa persona, quindi procederemo al pagamento della cifra stabilita. Certamente però la nostra scuola non può restare col cerino in mano e quindi con un ammanco per due anni a bilancio. Chiamerò l’ufficio scolastico provinciale per capire se si possa trovare una soluzione».
C’è un carteggio in cui la scuola già dal 2021 chiedeva al ministero di anticipare la cifra, senza però ottenere il definitivo via libera. «Chiederò se Ufficio scolastico o ministero ci possano venire incontro — sottolinea il dirigente — ma lo stipendio mancante va pagato subito».
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