Davanti ai magistrati la giovane che ha travolto e ucciso il 18enne sul marciapiede ammette di aver bevuto ma di non ricordare nulla di quei terribili momenti.
A stretto giro di posta il pm ascolterà anche l’amico che viaggiava in macchina seduto accanto alla ragazza.
Non è stato facile per il gip del tribunale di Roma, riferisce il Messaggero, portare a termine l’interrogatorio di garanzia di Chiara Silvestri. Così si chiama la giovane di 23 anni finita ai domiciliari con l’accusa di omicidio stradale. È lei la persona accusata di aver investito con la sua Suzuki Swift Francesco Valdiserri, il 18enne ucciso a Roma mentre camminava con un suo amico su un marciapiede in viale Cristoforo Colombo.
Ieri mattina la ragazza non la smetteva di piangere mentre il gip e il pm le facevano le domande, riporta sempre il quotidiano romano. Chiara era scioccata e continuava a ripetere di sentirsi in colpa. Non ha voluto avvalersi della facoltà di non rispondere, ma quel che ha raccontato era pieno di «non ricordo». Ai due giudici ha detto di non aver visto quei due ragazzi, Francesco e l’amico Niccolò, sopravvissuto al terribile incidente avvenuto la notte tra mercoledì e giovedì scorso. I due amici stavano camminando lungo il marciapiede di via Cristoforo Colombo, all’altezza di via Giustiniano Imperatore, dopo aver visto assieme un film al cinema.
La giovane afferma di non ricordarsi di come sia finita sul marciapiede con l’auto. La vettura ha sbandato – sull’asfalto non appaiono segni di frenata – ma la 23enne non ha chiarito perché ha perso il controllo del mezzo. Alla domanda se stesse usando il cellulare ha risposto che non stava telefonando. Su questo aspetto farà luce la perizia disposta dal pm sul cellulare. Ma anche risultasse vero che non stava telefonando, questo non esclude che non sia stata distratta dal cellulare, magari da una notifica di un messaggio o di qualche post sui social. Potrebbe risultare decisiva a questo proposito la testimonianza dell’amico che viaggiava con lei, Emanuel Datan Pesa. Gli agenti lo hanno sentito a caldo dopo l’incidente. Ma con ogni probabilità verrà sentito domani dal pm con l’obbligo di riferire la verità, pena la caduta nei reati di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento.
La ragazza è risultata positiva sia al test dell’alcol che a quello della droga. Davanti ai magistrati ha ammesso di aver bevuto quella sera. Del resto il tasso alcolemico rilevato nel suo sangue risultava tre volte superiore al limite massimo. Ma ha detto di non aver assunto sostanze mercoledì e di aver fumato cannabis un paio di giorni prima. Lo stato di alterazione psico-fisica rappresenta un aggravante per lei, unito alla recidività. Due anni fa infatti le avevano sospeso la patente per il suo rifiuto di sottoporsi al drug test.
Un altro aspetto su andrà fatta luce e la velocità a cui viaggiava la 23enne. Lei ha detto di non ricordarselo, non avendo guardato il contachilometri prima dell’urto col 18enne rimasto ucciso. Ma è molto probabile, visti i datti riportati dalla vettura, che andasse a una velocità superiore ai 70 km orari, dunque oltre il limite consentito. Lo accerterà una consulenza cinematica che domani il pm provvederà a disporre.
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