Francesco Valdiserri, investito a 18 anni: il padre deve aspettare 5 ore il carro funebre

Il padre di Francesco Valdiserri, il diciottenne ucciso da un’auto sbandata su un marciapiede ha dovuto patire anche l’estenuante attesa del caro dei servizi funebri.

Uno strazio infinito durato cinque ore, accanto al corpo senza vita del figlio, confortato dal padre dell’altro giovane che camminava con Francesco quando è stato travolto e ucciso.

È una scena straziante quella descritta dal Messaggero. Quella di un padre impietrito da dolore davanti al corpo senza vita del figlio, una vita spezzata dalla macchina che lo ha travolto e ucciso, «Non si dovrebbe morire così, è una ecatombe sulle strade… eppure anche mio figlio è morto». Sono le parole del giornalista Luca Valdiserri. Suo figlio Francesco, che tra pochi giorni avrebbe fatto il suo diciannovesimo compleanno, non c’è più. La sua giovane vita se l’è portata via la Suzuki Swift che lo ha investito e ucciso sulla via Cristoforo Colombo. Francesco è stato preso in pieno dall’auto impazzita mentre camminava sul marciapiede con l’amico fraterno Niccolò, rimasto incolume.

Francesco, figlio dei due giornalisti del Corriere della Sera Luca Valdiserri e Paola Di Caro, è stato investito poco dopo la mezzanotte di ieri. Alla guida dell’auto assassina una ragazza di 23 anni che stando alle prime ricostruzioni sarebbe stata sotto l’effetto di alcol e droga. La sua auto ha sbandato prendendo in pieno il giovane, morto sul colpo. Già due anni fa alla 23enne sarebbe stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza.

Un’attesa estenuante e interminabile

Francesco Valdiserri – Meteoweek

Un dolore straziante per i genitori e per Daria, 17 anni, la sorella minore del ragazzo rimasto ucciso. Uno strazio ancor più acuito dall’incredibile lentezza del carro funebre. Cinque interminabili durante le quali del carro di Ama non si è vista nessuna traccia. Il padre, racconta Il Messaggero, aspetta accanto al corpo esanime del figlio, infagottato nella coperta termica dorata con la quale gli agenti della polizia lo hanno pietosamente avvolto. Passano i minuti, le ore: il furgone non arriva. «Ma quando arriva?», chiedono papà Luca e un amico di famiglia arrivato per stargli accanto in quel momento tanto tragico. «Sollecitiamo», rispondono gli agenti.

E così Luca Valdiserri, giornalista sportivo del Corriere, va ad accovacciarsi vicino al figlio, poi si rialza e abbraccia il padre di Niccolò. Dopo si siede sul ciglio del marciapiede, con la camicia chiara sporcata dal sangue del figlio, schizzato dappertutto sulla pavimentazione.

Alla fine, dopo un’eternità, arriva la mortuaria. Sono le quattro e mezza del mattino, Quando il furgone spalanca le portiere papà Luca urla di dolore e esplode in un pianto disperato.

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