Russia, Putin introduce la legge marziale “a tappe”

Il capo del Cremlino Vladimir Putin ha varato una specie di “legge marziale light” e ha ordinato di evacuare Kherson.

Una decisione arrivata sotto la pressione della controffensiva di Kiev e degli attacchi alle regioni russe con confine con l’Ucraina.

Il presidente russo Vladimir Putin ha introdotto con decreto la legge marziale nelle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk e delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson, annesse alla Federazione Russa dopo i contestati referendum non riconosciuti dalla comunità internazionale. Con un secondo e distinto decreto Putin ha intensificato le misure di sicurezza in tutta la Russia, in particolare nelle sei regioni al confine con l’Ucraina, oltre alla penisola di Crimea.

Il primo decreto non muta granché la situazione sul campo (anche se è prevista la possibilità di estendere “se necessario” la legge marziale a tutto il territorio della Federazione Russa). Mentre il secondo, hanno fatto notare gli analisti, introduce tre livelli di sicurezza in tutta la Russia. Si tratta, di fatto, di una forma attenuata di legge marziale, una “legge marziale light”.

Un metodo graduale seguito anche con l’”operazione militare speciale” – mai chiamata guerra – e la “mobilitazione parziale” – anche se di fatto a maglie piuttosto larghe. Il Cremlino sembra soprattutto preoccupato di non spaventare il fronte interno, per non inquietare troppo una popolazione già sulle spine per l’allungarsi dei tempi dello scontro con Kiev e le sue ricadute sulla vita quotidiana.

I tre livelli di sicurezza introdotti da Putin

Coi nuovi decreti, Putin introduce quello che è stato definito un “regime di livello di risposta medio” in Crimea e Sebastopoli, Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk e Rostov. Le nuove disposizioni accrescono i poteri dei governatori, che adesso avranno facoltà di evacuare la popolazione residente in certe zone, introdurre il controllo in entrata e uscita dalle loro regioni, limitare la libertà di movimento interna nei loro territori, imporre una economia di guerra in alcuni settori.

I decreti di Putin innalzano anche il livello di sicurezza nei distretti centrale e meridionale della Federazione Russa, Mosca inclusa. Le ultime decisioni del presidente russo introducono il regime di “prontezza accresciuta”. È un livello di sicurezza inferiore al precedente, che tra le altre cose prevede “perquisizioni di veicoli e limitazioni alla circolazione”, oltre a una “maggiore sicurezza dell’ordine pubblico”.

Dal sindaco di Mosca, Serghei Sobyanin, sono subito arrivate rassicurazioni agli abitanti della capitale, garantendo loro che “non ci saranno misure che limitino il normale ritmo della vita”. Mentre in tutto il resto della Federazione – Russia settentrionale, Siberia e Estremo Oriente russo – resta il livello di sicurezza più basso senza misure aggiuntive.

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