Destinato alla dismissione uno degli ipermercati storici della Capitale. Appeso a un filo il destino dei 70 lavoratori del punto vendita.
La chiusura è prevista entro novembre. I sindacati chiedono garanzie sulla ricollocazione dei dipendenti, avvisati dall’azienda con una telefonata.
L’ipermercato Carrefour della Romanina chiude i battenti e l’azienda avvisa i lavoratori per telefono. È successo a 70 dipendenti dello storico punto vendita che cesserà l’attività entro il prossimo mese di novembre. Non certo il primo degli ipermercati Carrefour a dover chiudere le serrande, dopo quelli di Centocelle (ormai diversi anni fa) e Frosinone, passati al marchio Dem del gruppo Gros.
Una chiusura provocata dagli incassi in calo e da un rilancio commerciale mai partito. Così resta sospeso il destino dei 49 dipendenti dell’ipermercato, ai quali vanno aggiunti gli altri 20 lavoratori che fanno parte dell’indotto, tra pulizie, sicurezza e merchandising.
Interpellato da RomaToday, il segretario regionale Uiltucs Lazio, Alessandro Contucci, parla di “impostazione vecchia” e di “atteggiamento fortemente rinunciatario” da parte di Carrefour. Le promesse ristrutturazioni per rilanciare sul piano commerciale il punto vendita della Romanina di fatto non sono mai state mantenute, spiega il sindacalista. Un andamento, prosegue, che “si può vedere anche da quel che accade per i supermercati: Carrefour rimane con il marchio sul territorio, ma di fatto la gestione non è più sua con tutte le ricadute del caso”.
Nell’ultimo anno Carrefour, rincarano la dose Filcams Cgil Roma Lazio, Fisascat Cisl Roma Capitale e Rieti, Uiltucs Roma e Lazio, “ha progressivamente ridotto la sua presenza in gestione diretta sul territorio, ‘spezzettando’ la rete dei punti vendita e cedendone parte a imprenditori locali, talvolta ad ex direttori che si sono improvvisati imprenditori, che, affidando la gestione delle attività a cooperative, in nome del risparmio sul costo del lavoro, hanno puntualmente ridotto diritti e tutele per le lavoratrici e i lavoratori”.
Le organizzazioni sindacali contestano la mancanza di una vera strategia commerciale. E hanno chiesto formalmente ai vertici dell’azienda di avere informazioni certe e ufficiali sulla chiusura del punto vendita. Oltre alla garanzia che i dipendenti saranno ricollocati. È stato fissato un incontro per il 19 ottobre. Probabilmente la strada intrapresa sarà quella delle fuoriuscite volontarie e incentivate e delle ricollocazioni nei punti vendita diretta. Non è chiaro però in quali supermercati potranno essere accolti i lavoratori della Romanina. E nemmneno le loro future condizioni contrattuali.
L’azienda, dal canto suo, ha fatto sapere a RomaToday che relativamente al punto vendita della Romanina “è prevista la cessione del punto vendita entro fine dicembre, e assicura che sarà garantito il pieno ricollocamento di tutti i collaboratori del punto vendita“.
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