Gli esami tossicologici su sangue e capelli della bambina lasciata morire dalla madre hanno individuato la presenza di tracce di tranquillanti.
Lo attesta l’esito degli esami preliminari: la piccola di 18 mesi era stata sedata.
Nel sangue di Diana Pifferi, la bimba di un anno e mezzo abbandonata dalla madre e morta di stenti per fame e sete alla fine di luglio, sono state trovate tracce di benzodiazepine. Tracce compatibili con quelle del flaconcino di En rivenuto vicino alla culla della piccola.
La bimba di 18 mesi sarebbe stata dunque sedata. È quanto emerge dagli esiti preliminari dell’autopsia sul corpo della bimba. I consulenti nominati dalla procura – riferisce l’AGI – hanno trovato nel sangue e nei capelli della piccola Diana le tracce del principio attivo del tranquillante, psicofarmaco ansiolitico.
Già le prime analisi del sangue della bambina avevano fatto intendere che la sostanza contenuta nel flacone di En fosse stata diluita nel biberon, il cui contenuto residuo è stato rinvenuto accanto al corpicino della bambina. Adesso gli accertamenti sui capelli lascerebbero poco spazio a dubbi permettendo anche di determinarne con precisione la quantità e la data dell’assunzione del tranquillante. Tutti dettagli che verranno messi nero su bianco nella relazione conclusiva destinata a finire la prossima settimana nelle mani del pubblico di ministero di Milano, Francesco De Tommasi.
La madre ha sempre negato di aver dato tranquillanti alla bimba
Il riscontro delle analisi contrasta con la versione fornita da Alessia Pifferi, la madre 37enne della bambina, accusata dell’omicidio pluriaggravato della figlia. La donna ha dichiarato di aver dato alla bambina di 18 mesi soltanto delle gocce di paracetamolo prima di abbandonarla a sé stessa per sei giorni. E fino ad ora ha sempre negato con forza di averle somministrato dei potenti tranquillanti.
I nuovi elementi emersi dall’autopsia sul corpo della piccola Diana potrebbero ulteriormente aggravare la posizione della donna. Alessia Pifferi è accusata di omicidio aggravato, ma ha sempre sostenuto di non aver dato alla figlia il farmaco che potrebbe aver influito sulle cause della morte della bambina, morta dopo giorni di stenti e sofferenze lo scorso luglio.
Il generale Luciano Garofano, l’ex comandante del Ris di Parma in congedo dall’Arma e genetista forense, è entrato nel pool dei consulenti nominati dalla difesa di Alessia Pifferi. A conferirgli l’incarico sono stati i legali di Alessia Pifferi, gli avvocati Solange Marchignoli e Luca D’Auria. Il giudice non aveva permesso di eseguire rilevamenti delle impronte.