È finito agli arresti Niko Pandetta (alias Vincenzo Pandetta). Il cantante neomelodico, nipote di un boss catanese, dovrà scontare 4 anni per spaccio e evasione.
Dopo la condanna definitiva – pubblicizzata sui social – il rapper 31enne si era reso irreperibile.
Arrestato a Milano il trapper neomelodico Niko Pandetta, 31 anni, nipote del boss catanese Salvatore “Turi” Cappello. Adesso dovrà scontare una condanna a 4 anni di carcere per spaccio e evasione. Il cantante nei giorni scorsi aveva pubblicizzato sui social network la notizia della sentenza.
Dopodiché aveva cercato di sottrarsi al provvedimento. Ma la latitanza è durata poco. Le forze dell’ordine lo hanno rintracciato in zona Quarto Oggiaro. È lì che lo hanno individuato e fermato gli agenti della squadra mobile. Una beffa per chi nella sua hit “Pistole nella Fendi” canta “maresciallo non ci prendi”.
Il 6 settembre Pandetta si era fatto immortalare a Milano in divisa da carabiniere. Nel post aveva commentato proprio usando la frase della sua canzone: “Maresciallo non ci prendi”. Nei giorni scorsi la Cassazione aveva respinto il ricorso dei suoi avvocati, rendendo così definitiva la condanna a quattro anni per spaccio di stupefacenti.
“Sono abituato agli spazi stretti, alle case piccole, alle celle, alla scena italiana. Quando tornerò là mi porterò il vostro affetto. Da dentro vi darò nuova musica. Uscirò e mi vedrete più forte di prima”, aveva commentato in un altro post. E ancora, cinque giorni fa: “Sono cambiato ma pagherò il mio passato finché ci sarà da pagarlo. Non fuggo più né dalla polizia né dalle mie responsabilità”. L’ultima immagine postata sui social, risalente a poche ore fa, lo vede dietro alle sbarre nel carcere di Opera di Milano.
Le polemiche del 2019
Niko Pandetta, classe 1991, originario della Sicilia, vive a Milano. Per due volte era finito al centro delle polemiche nel 2019. La prima volta durante il programma “Realiti” su Rai2, quando assieme al collega Leonardo Zappalà aveva detto, riferendosi ai giudici Falcone e Borsellino, “Queste persone che hanno fatto queste scelte di vita le sanno le conseguenze. Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro“. Parole che avevano innescato forti polemiche e per le quali la Rai ei due cantanti hanno dovuto immediatamente scusarsi.
C’è stata poi la vicenda risalente a Natale 2019, quando nel corso d un’esibizione davanti un locale di Fisciano (Napoli) il rapper neomelodico aveva dedicato una strofa ai boss mafiosi condannati al carcere duro. “La dedica a tutti quelli che stanno al 41bis con la speranza che presto possano tornare alla loro libertà e alle loro famiglie – così aveva rappato Pandetta –, facciamo un applauso forte”.