Un nuovo arresto da parte della polizia in Iran a causa del velo. Questa volta è toccato a un’atleta che si è rifiutata di indossare il tessuto che le copre il capo durante una gara internazionale di arrampicata. La donna si trova in carcere e il suo futuro appare molto incerto.
Aveva fatto “scandalo” Elnaz Rekabi, l’atleta iraniana 33enne che domenica scorsa aveva partecipato alle gare di arrampicata a Seoul, in Corea del Sud, durante i Campionati asiatici della Federazione internazionale senza indossare l’hijab, il velo tradizionale che copre i capelli delle donne musulmane.
La scalatrice aveva preso questa scelta per solidarietà con le proteste in Iran relative alla morte di Mahsa Amini, la ragazza di 22 anni arrestata e uccisa dalla polizia di Teheran perché non portava il velo nel modo “appropriato” lasciando uscire una ciocca dal tessuto.
Rekabi è stata fermata trasferita dalla capitale coreana all’aeroporto internazionale di Teheran e poi direttamente al carcere femminile di Evin dove se ne sono perse le tracce, si teme che possa diventare una nuova vittima del regime iraniano. “La signora Elnaz Rekabi, che ha partecipato alla finale dei Campionati asiatici di arrampicata, ha lasciato Seul alla volta dell’Iran all’alba odierna, 18 ottobre 2022, insieme agli altri membri della sua squadra” è il comunicato della legazione diplomatica diffuso al momento della sparizione. Nello stesso carcere pare si trovi anche l’italiana Alessio Piperno per la quale la diplomazia italiana sta lavorando nel tentativo di riportarla a casa.
Sul suo profilo Instagram in queste ore è però comparso un messaggio che sembra dettato dalla mano stretta dalla polizia in cui afferma di avere perso “accidentalmente” il velo durante la gara e scusandosi per aver “fatto preoccupare tutti” per la sua scomparsa. “A causa di un cattivo tempismo e della chiamata imprevista per scalare la parete, il mio copricapo si è inavvertitamente staccato” si legge sul suo social. Il messaggio però non sembra scritto di proprio pugno dalla donna. Secondo alcuni giornali indipendenti alla donna sarebbero stati sequestrati passaporto e cellulare e sarebbe stato arrestato anche il fratello di Elnaz Rekabi, per usarlo come ostaggio.
Non è la prima volta che una atleta donna finisce nelle mani della polizia di regime per questioni di abbigliamento. Nel 2019 era stata la volta della 27enne Sadaf Khadem, la prima pugile iraniana donna a vincere un incontro all’estero, affrontando il match a capo scoperto e indossando pantaloncini. Aveva subito un mandato d’arresto emesso da Teheran, costringendola a restare in esilio Francia.