Il padrone di un locale ha denunciato per diffamazione aggravata un turista tedesco che ha scritto online una recensione negativa sul suo ristorante
Il padrone di un ristorante di Marina centro a Rimini, ha denunciato un cliente tedesco per diffamazione aggravata, in quanto aveva postato online una recensione negativa sul proprio ristorante.
La vicenda è occorsa a inizio ottobre. Il cliente, con il figlio, si sarebbe recato in questo locale, e ha ordinato un hamburger. In seguito, si sarebbe lamentato perché avrebbe atteso molto e anche della qualità del servizio generale, chiedendo il licenziamento di un cameriere del ristorante. Una volta andato via dal locale, avrebbe scritto online una recensione nel profilo Google business del ristorante, asserendo anche che non gli avrebbero fatto lo scontrino.
E quest’ultimo dettaglio ha indotto il ristorante a prendere provvedimenti. Infatti, il titolare del ristorante, dice di aver individuato chi possa essere l’autore della recensione perché le lamentele riportate sarebbero identiche a quelle che il cliente aveva palesato nel locale. Il ristoratore dice di essere anche certo di avergli fatto lo scontrino e di poterne dare prova perché il cliente tedesco avrebbe effettuato il pagamento con carta elettronica, e non con i contanti. Dunque la diffamazione sarebbe quella di essere stato accusato di evasione pur non stando così le cose.
Ha quindi deciso di querelare il cliente chiedendo assistenza al legale Paolo Ghiselli di Rimini, che afferma che si è scelto di procedere con la denuncia «anche se è complesso radicare queste denunce perché è difficile l’identificazione dei soggetti, infatti non vengono rilasciati da parte dei titolari dei provider le generalità di chi scrive perché negli Stati esteri la diffamazione non è un reato mentre in Italia questi fatti vengono identificati come diffamazione aggravata».
Il pagamento elettronico
Il pagamento tramite carta elettronica è il tramite con cui «identificheremo l’autore del reato perché il problema è che Google, Facebook e gli altri non rilasciano i dati ma le banche sì». La querela è depositata in procura a Rimini e il pm a cui sarà affidato l’incarico darà a sua volta l’incarico di indagare alla polizia postale.