Khvicha Kvaratskhelia è stato il grande colpo di mercato del Napoli, ma prima del suo acquisto nessuno voleva puntare su di lui: il retroscena ha lasciato tutti a bocca aperta.
Tra i tanti segreti dell’ottimo inizio di stagione del Napoli c’è sicuramente l’esterno georgiano, capace in poche partite di far dimenticare ai tifosi l’ex capitano Lorenzo Insigne.
Se si dovesse dare in questo momento il premio di miglior calciomercato estivo, questo andrebbe al Napoli di Aurelio De Laurentiis. Nonostante le tante critiche per gli addii di molti tra i senatori della squadra, il presidente partenopeo è riuscito nell’impresa di rinnovare e migliorare una squadra che nelle scorse stagioni aveva mostrato qualche lacuna di troppo soprattutto a livello caratteriale.
Molti dei meriti sono senza dubbio da attribuire al direttore sportivo Cristiano Giuntoli, capace di andare a scovare e a prendere giocatori giovani a basso prezzo, soprattutto a livello di ingaggio. La ciliegina sulla torta non può però non essere l’acquisto di Khvicha Kvaratskhelia. L’esterno georgiano, arrivato dalla Dinamo Batumi per appena 10 milioni di euro, ha sorpreso tutti per la velocità con cui si è inserito negli schemi di gioco di Spalletti.
In Serie A sono già 5 i gol e 4 gli assist in nove partite, numeri spaventosi per un classe 2001 che per la prima volta in carriera si è affacciato al grande calcio. Kvaratskhelia è già un giocatore determinante e il suo prezzo è schizzato alle stelle dopo appena due mesi dall’inizio della stagione. Se però adesso un po’ tutte le big europee lo stanno seguendo, prima nessuno voleva puntare su di lui: ecco il retroscena.
A rivelare questa curiosità è il ct della Georgia, Willy Sagnol, che molti ricorderanno per essere stato uno dei rigoristi nella finale mondiale persa nel 2006 dalla sua Francia contro l’Italia di Marcello Lippi. L’ex terzino tra le altre del Bayern Monaco ha raccontato alcuni significativi dettagli sui tanti rifiuti ricevuti per Kvaratskhelia nel corso delle ultime stagioni. Sagnol fece da tramite con alcuni direttori sportivi, soprattutto francesi, ma nessuno rischiò di puntare su di lui: ecco le sue parole.
“Mi è stato chiesto di trovare un soprannome latino per lui. Mi hanno anche detto che se lo avessero proposto al loro presidente, sarebbero stati licenziati. Volevo che giocasse in Ligue 1 come sta facendo ora in Serie A, ma non erano interessati. Tutti quelli che io ho sentito dicevano: ‘è un giocatore che si stanca dopo 70 minuti‘ oppure che era solo un georgiano, non brasiliano, è meno glamour”.
Insomma, motivazioni un po’ bizzarre che però alla fine, per fortuna del Napoli, hanno portato Kvaratskhelia in Italia. Chissà che ora quegli stessi direttori sportivi non si stiano mangiando le mani vedendo le prestazioni del nuovo enfant prodige del calcio mondiale.
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