Appare pressoché certo che il nuovo governo intensificherà la lotta ai furbetti del rdc: ecco chi dovrà restituirlo.
Il prossimo governo ha davanti a sé almeno tre opzioni per perseguire il suo obiettivo.
Il nascente governo Meloni promette di rendere dura la vita ai furbetti del reddito di cittadinanza. Il prossimo esecutivo potrebbe mettere in piedi una task force per scovare chi ha truffato lo Stato e dare così una sforbiciato al numero dei percettori del sussidio (che peraltro la leader di FdI ha più volte detto di voler abolire).
I dati ufficiali parlano di frodi costate 288 milioni alle casse dello Stato. Da qui la chiara volontà della maggioranza di centrodestra, determinata a togliere il sussidio a chi può lavorare.
Per farlo il governo ha davanti a sé due possibili strade da percorrere:
a) Modificare la legge, lasciando il reddito solo alle persone fragili, non in condizioni di poter lavorare. Trattandosi però di un diritto acquisito, chi ha ricevuto il reddito di cittadinanza continuerà a percepirlo fino alla scadenza naturale della misura (18 mensilità) o comunque finché manterrà i requisiti per averne diritto.
b) Applicare quanto già previsto dalla normativa, col potenziamento del sistema per tracciare le offerte di lavoro congrue. Per levare immediatamente il reddito di cittadinanza a chi rifiuta per due volte di andare a lavorare, o anche al primo rifiuto a chi percepisce il rdc da più di 12 mesi.
C’è anche una terza freccia nell’arco dell’esecutivo: intensificare i controlli per levare il reddito di cittadinanza a chi non è in regola con la normativa. Per esempio a tutti quelli che prendono il sussidio e al tempo stesso lavorano in nero. Una pratica punita severamente dalla legge. Chi viene scoperto non soltanto perde il reddito di cittadinanza, ma deve anche restituire le somme ricevute in precedenza e rischia pure la reclusione. E lo stesso vale per chi ha continuato a percepire il rd senza comunicare i redditi.
L’articolo 7 del decreto 4/2019 indica i casi in cui, oltre a perdere il reddito di cittadinanza, va anche restituito quanto indebitamente percepito.
Si tratta di chi ha ottenuto il sussidio con dichiarazioni o documenti falsi o che attestavano cose non veritiere, o comunque omettendo informazioni dovute. In questo caso, oltre a perdere il rdc e a restituire il denaro ricevuto, si rischiano anche dai 2 ai 6 anni di reclusione.
Ma ce n’è anche per chi lavora in nero e continua a percepire il reddito di cittadinanza. Chi ha omesso di comunicare le variazioni del reddito o del patrimonio, anche derivate da attività irregolari, rischia da 1 a 3 anni di reclusione.
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