“Tuo figlio è di un altro”: dopo anni arriva la rivelazione choc dell’ex moglie, accusata di falso in tribunale

Per anni il vero padre biologico è rimasto nell’ombra: la rivelazione arriva quando la coppia è in via di separazione.

Una vicenda drammatica alla quale si è aggiunto il dilemma causato da una grande menzogna prolungatasi troppo a lungo.

Ogni separazione è un dramma, in particolare modo quando c’è di mezzo un figlio. Ma la separazione raccontata oggi dal Corriere della Sera è un dramma nel dramma, al quale si è aggiunto il dilemma provocato da un inganno: una verità taciuta per troppi anni. È la storia di un divorzio arrivato davanti a un gip del Tribunale di Roma, uno dei casi più significativi toccati al magistrato (rimasto anonimo come i protagonisti della sconcertante vicenda).

Si tratta di una coppia che potremmo definire dell’alta borghesia: lui è un manager pubblico, lei dipendente di un’alta istituzione. SI innamorano e si sposano. Dall’unione nasce un bambino, cresciuto con affetto, cura, responsabilità. La sua crescita è via via costellata di attenzioni importanti, il ragazzo pratica sport, riceve un’educazione di alto profilo, si appassiona ai suoi hobby preferiti.

Un giorno, come accade alla coppia del ‘Dilemma’ cantato da Giorgio Gaber, l’amore tra i due muore. La coppia, ormai logorata, decide così di divorziare. Ma la separazione è turbolenta. E così tra litigi, insulti e ripicche di ogni genere arriva la rivelazione choc da parte della donna: quel figlio che credeva il suo, che ha cresciuto come suo, in realtà è il figlio di un altro. Il vero padre biologico non è lui, ma un amante rimasto per anni celato nel silenzio e nell’oscurità. Come nella trama di un romanzo ottocentesco.

Un dramma che diventa dilemma

Quando la verità affiora, il manager affronta la realtà dopo aver superato lo choc iniziale. La moglie giura di aver mentito per anni in nome dell’amore per il figlio, per non fargli perdere i privilegi di un’esistenza comoda e sicura. Una ‘nobile menzogna’ che però ha trascurato del tutto la finzione imposta al vero padre biologico del ragazzo e i sentimenti che il giovane ha inevitabilmente sviluppato nei confronti di quello che credeva il suo genitore.

Così il dramma per il manager si mescola al dilemma. Che fare? Alla fine decide di revocare al figlio la potestà genitoriale (certamente non senza dolore) e denuncia l’ex moglie alla magistratura. In Tribunale le cose si complicano, col pm a sua volta costretto a sbrogliare gli intricati nodi del dilemma: esercitare l’azione penale significa rischiare di separare un adolescente dalla madre dopo che ha già perduto il padre. Un nodo per nulla facile da sciogliere senza arrecare danno comunque si voglia procedere, come in una tragedia greca.

La donna, accusata per falso in stato civile, rischia fino a due anni di carcere. Una difesa fragile la sua: la volontà di proteggere il figlio, assicurandogli una posizione sociale elevata, non basta a giustificare la grande menzogna. Il magistrato decide per il rinvio a giudizio, dove il marito si costituirà parte civile. Assieme al figlio, “ragazzo con due padri e nessun padre”, scrive il Corriere, l’altra vittima di questa tragedia familiare.