Qualcosa non torna nel conteggio dei voti per eleggere Ignazio La Russa alla presidenza del Senato.
I voti al neoletto Presidente del Senato infatti sono più di quelli previsti e a disposizione del centrodestra.
Un fatto che ha scatenato una vera e propria ‘caccia al traditore’ nelle file dell’opposizione. Si cerca la ‘manina’ (o meglio le ‘manine’) che hanno favorito l’ascesa dell’esponente di FdI. Ad aprire per primo le danze contro i franchi tiratori è stato il segretario dem, Enrico Letta:. Per il leader dem “il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell’opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza“. Letta tuona contro quello che bolla come un “comportamento irresponsabile oltre ogni limite”.
Non è l’unico a pensarla così nel Partito Democratico. A partire dal senatore Marco Meloni che punta il dito contro un “comportamento grave e irresponsabile che deve essere denunciato con la massima forza”. Un fatto tanto più grave viste le divisioni interne al centrodestra: “Mentre la maggioranza è partita divisa, una parte dell’opposizione ha fornito un soccorso decisivo per l’elezione di La Russa a presidente del Senato”. Il riferimento qui va al fatto che gran parte di Forza Italia non ha votato per La Russa.
Dito puntato contro il Terzo Polo
“I conti sono presto fatti“, incalzano i piddini: “Nove senatori di Calenda e Renzi più altri del Maie”. Angelo Bonelli dei Verdi chiama sul banco degli imputati proprio Calenda e Renzi, chiedendo spiegazioni ai leader di Azione e Italia Viva. Calenda, dal canto suo, rispedisce al mittente le illazioni dei ‘colleghi’ di opposizione di chi gli dà contro sui social. “Non esiste che liberali come noi votino un nostalgico del fascismo”, si difende il leader di Azione. Stessa musica da parte di Renzi, che risponde così a una domanda diretta della stampa: “Io sono molto rispettoso delle Istituzioni. Vado ad ascoltare il discorso del presidente del Senato che non ho votato”.
Qualcuno tira in ballo qualche mal dii pancia post elezioni tra le fila del Pd e del M5S. E che potrebbe essersi materializzato nel voto per La Russa alla presidenza del Senato. Indizi sui ‘colpevoli’ e su eventuali accordi sottobanco si potranno avere, suggerisce la senatrice dem Sandra Zampa, con gli arrivi degli incarichi parlamentari dei prossimi giorni, ovvero le vicepresidenze al Senato, alle Commissioni parlamentari (che da prassi consolidata spettano all’opposizione).
Il ‘Var’ per smascherare i franchi tiratori?
Ma c’è anche ha fretta di smascherare i ‘traditori’ e propone addirittura una specie di Var dell’Aula del Senato. Se tutti negano chi è stato allora a smarcarsi dalle indicazioni dei partiti di opposizione? La proposta è quella di rivedere i filmati e calcolare il tempo impiegato dai parlamentari per entrare e uscire dallo scranno. Chi ha scritto il nome sulla scheda avrà sicuramente impiegato più tempo di chi si è limitato a depositare la scheda bianca (come da indicazione delle opposizioni). In quel caso la moviola incastrerebbe chi, avendo assicurato di aver lasciato la scheda bianca, in realtà si è regolato in altro modo. Se queste sono le premesse, ne vedremo delle belle.