Oggi dovrebbe toccare alla presidenza di Montecitorio, favorito il leghista Lorenzo Fontana, vice di Salvini e più volte ministro.
Sul candidato della Lega dovrebbero convergere anche i voti di Forza Italia e del partito di Giorgia Meloni.
Punta sul nome del veronese Lorenzo Fontana il centrodestra per ricompattarsi dopo lo strappo di ieri al Senato, dove i senatori di Forza Italia hanno fatto mancare i loro numeri a Ignazio La Russa.
Ma oggi, salvo soprese in zona Cesarini, alla presidenza della Camera dovrebbe essere eletto l’attuale vice di Matteo Salvini. Dopo le tre fumate nere di ieri, per eleggere l’esponente della Lega al quarto scrutinio basterà avere la maggioranza assoluta, dunque 201 voti. Il voto è iniziato alle 10.30
Anche gli azzurri di Forza Italia, dopo le tensioni di ieri in Senato, hanno annunciato il loro sì a Fontana alla guida di Montecitorio. Lo ha assicura Antonio Tajani: “Forza Italia voterà il candidato della Lega”. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, fa professione d’ottimismo: “Sono ottimista, lo eleggeremo alla prima votazione”.
Nel frattempo le opposizioni corrono ai ripari per evitare il ‘bis’ di quanto accaduto ieri con La Russa e precipitare nuovamente nel vortice dei veleni e dei sospetti reciproci, con tanto di caccia ai ‘franchi tiratori’ che hanno contribuito, complice lo scrutinio segreto, a far eleggere l’esponente di FdI alla presidenza del Senato. Hanno deciso così di far cadere la scheda bianca per scrivere invece il nome di un proprio candidato di bandiera. Il Partito democratico, dopo una riunione del gruppo col segretario dem Enrico Letta, darà il suo voto a Cecilia Guerra.
Il Terzo Polo invece, dopo essere finito in cima alla lista dei sospettati per il voto in Senato, voterà per Matteo Richetti. Anche il Movimento 5 stelle voterà un proprio candidato. I pentastellati si sono riuniti col leader del Movimento Giuseppe Conte per decidere sul nome da votare per la Presidenza della Camera.
Appena iniziata la quarta votazione per la presidenza di Montecitorio, tre deputati del Partito democratico (Rachele Scarpa, Sara Ferrari ed Alessandro Zan) hanno esposto un grande striscione con la scritta “No a un presidente omofobo pro Putin”. Chiaro il riferimento proprio a Lorenzo Fontana della Lega, sul quale dovrebbero convergere i voti della maggioranza di centrodestra. Il presidente provvisorio Ettore Rosato ha chiesto ai commessi di rimuovere lo striscione.
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