Giorgia Meloni vince il braccio di ferro con Berlusconi e porta a casa il risultato: Ignazio La Russa alla presidenza del Senato.
Ma il mal di pancia di Silvio Berlusconi interroga la maggioranza di governo, che ha dovuto fare a meno dei numeri dei senatori di Forza Italia.
Il voto per la presidenza del Senato ha fatto emergere le prime incrinature all’interno della maggioranza di centrodestra? Lo fanno pensare le tensioni con Forza Italia. Giorgia Meloni le ha liquidate come “questioni secondarie” rispetto all’obiettivo principale: dare rapidamente un governo stabile all’Italia, compatibilmente con le tempistiche e i passi previsti in Costituzione.
Ma quanto accaduto al Senato non appare affatto una questione di poco conto. E questo sia per il malessere manifestato in maniera anche plateale da Silvio Berlusconi sia per il meccanismo che di fatto lo ha aggirato. Al neo presidente del Senato Ignazio La Russa sono venuti a mancare infatti i voti dei senatori azzurri, a parte quelli ‘di bandiera’ dello stesso Berlusconi e del predecessore alla presidenza del Senato, Elisabetta Casellati.
A compensare i voti mancanti di Forza Italia sono arrivati voti provenienti anche al di fuori della maggioranza di centrodestra. Due elementi per nulla secondari, tanto più significativi perché il primo ‘strappo’ è avvenuto a inizio legislatura, senza considerare l’ampio margine a disposizione del centrodestra.
Inutile nascondere che si è trattato di un braccio di ferro con Berlusconi, al di là delle parole molto diplomatiche della premier in pectore. Una partita che ieri si è chiusa a favore di Fratelli d’Italia, che ha centrato l’obiettivo: mettere un proprio uomo, un esponente storico della destra italiana, sullo scranno della seconda carica dello Stato.
Chiusa una partita, rimane una stagione da giocare
Ma se si è chiusa una partita, è anche vero che resta da giocare tutta una stagione politica. Nelle prossime ora terrà certo banco la questione della regia – se c’è stata, condotta da chi e per quanto – che sta dietro all’’aiuto’ arrivato ieri alla maggioranza.
L’atteggiamento tenuto da Giorgia Meloni appare comunque indicativo di quali siano le priorità della leader di FdI: le emergenze che deve affrontare il Paese, stretto nella morse dell’inflazione e del caro bollette, le incognite legate allo scacchiere internazionale. Queste appaiono le questioni per nulla “secondarie”, anzi di prima importanza.
C’è poi la questione della capacità mostrata in questa occasione di recuperare all’esterno i numeri venuti a mancare all’interno del cerchio della maggioranza. Una potenzialità che avrà occasione di venire testata in futuro. Lungo il cammino di una legislatura che fin da ora si annuncia come piuttosto complessa, per non dire a ostacoli.