Diversi casi di listeria sono stati registrati in Italia, l’azienda alimentare indica quale potrebbe essere il lotto responsabile.
E’ allerta listeria, diversi lotti di prosciutto cotto di alta qualità è stato ritirato dai supermercati su segnalazione precauzionale arrivata da Penny Market. In particolare si tratta del prodotto che arriva dallo stabilimento di via Capuana 44 a Barlassina, in provincia di Monza e della Brianza (marchio di identificazione IT679L CE).
Penny Market raccomanda a chi avesse acquistato questo prosciutto di non consumarlo assolutamente ma di riportarlo al punto vendita dove verrà sostituito o rimborsato entro il 20 ottobre, data di scadenza.
Non il primo caso di segnalazione di listeria di questi giorni, sono finora stati ritirati prodotti come wurstel, tramezzini al salmone e pancake con gocce di cioccolato. Purtroppo si segnalano almeno 200 diversi casi listeriosi alimentare, sebbene la situazione al momento sia sotto controllo.
Secondo il dottor Francesco Pomilio., responsabile del Laboratorio nazionale di riferimento per Listeria monocytogenes dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise G. Caporale, “Nell’uomo la malattia causata da Listeria monocytogenes può essere più o meno grave a seconda che si presenti in forma non invasiva o invasiva. Le infezioni non invasive possono essere asintomatiche o causare lievi sintomi simil-influenzali oppure sintomi gastro-intestinali. Questa forma colpisce principalmente le persone che non hanno malattie che riducono il funzionamento del sistema immunitario. Il periodo di incubazione è breve: da uno a pochi giorni. Nelle infezioni invasive i batteri si diffondono in tutto il corpo, causano infezione del sangue, meningoencefaliti e malattia nelle donne incinte (aborto e altri sintomi). Il periodo di incubazione è fino a un mese o più”.
“Nel 99% dei casi la malattia è di origine alimentare – continua Pomilio- le forme invasive colpiscono principalmente i gruppi ad alto rischio della popolazione: anziani e neonati, soggetti immunocompromessi (legati a condizioni come l’HIV o trapianti di organi) o persone che sono in terapia con farmaci immunosoppressivi, pazienti affetti da tumori o diabete e, infine, le donne in gravidanza“.
“La riduzione del rischio può essere messa in atto mediante il rispetto delle norme igieniche durante la manipolazione, la preparazione e la cottura degli alimenti. Il lavaggio frequente delle mani, il rispetto delle indicazioni presenti sulle etichette degli alimenti che suggeriscono i metodi di cottura riportati sugli alimenti sono di estrema importanza e devono essere attentamente rispettati. La corretta conservazione degli alimenti in frigorifero, evitando di mischiare alimenti cotti e crudi non lavati, e il rispetto delle temperature di conservazione rappresentano altri aspetti di rilievo” conclude l’esperto.