In 60 pagine di ordinanza cautelare contro una coppia che aveva preso in affido una ragazza, si leggono le ragioni dei provvedimenti presi dal gip di Milano
Sessanta pagine di ordinanza cautelare disposta a carico di una coppia lombarda che aveva preso in affido una ragazza. Come riporta l’Agi, è una vicenda inquietante ancora tutta da verificare, perché tutto dipende dall’attendibilità che sarà data alla versione della vittima.
Versione che tuttavia, ha persuaso il gip di Milano, Stefania Pepe, a optare per due provvedimenti nei confronti della coppia affidataria della ragazza, ossia obbligo di dimora e divieto di avvicinamento alla presunta vittima, ritenendo le accuse credibili.
Ci sarebbe un punto fermo in questa complessa vicenda, ossia che la ragazza presa in affido dalla coppia, poco prima di compiere la maggiore età, ha avuto un figlio dal padre affidatario nel tempo in cui era sotto la sua custodia.
Il gip scrive nell’ordinanza cautelare che «i due imputati hanno ridotto e mantenuto la ragazza in uno stato di soggezione continuativa tale da compromettere seriamente la relativa libertà di autodeterminazione, ritenendola al pari di un oggetto di cui disporre a loro piacimento, una ‘schiava’ che doveva assecondare ogni loro richiesta, destinata a subire violenze sessuali individuali con il padre e brutali violenze sessuali di gruppo nel corso di inquietanti rituali che si svolgevano con modalità che richiamavano le messe sataniche».
In passato, la donna ha sporto denuncia numerose volte per le presunte violenze subite, ma nessuno degli altri magistrati le avrebbe creduto ( a torto a detta del pm milanese). Le violenze più terribili che sarebbero state commesse contro la ragazza, sarebbero occorse in un centro registrazioni musicali, quindi un luogo insonorizzato, che il padre affidatario gestiva.
Sempre nell’ordinanza, è scritto che dopo che la ragazza veniva malmenata e sedata, veniva portata nello studio che è comunicante con l’appartamento. Tale studio come è scritto nell’ordinanza, era «allestito con un tavolo al centro, candele e un crocifisso capovolto e qui, distesa su un tavolo, sottoposta a brutali sevizie, ferita alla schiena e alle gambe con un coltello, e poi sottoposta a violenze sessuali da parte del padre affidatario e di altri uomini incappucciati e vestiti di bianco mentre la moglie recitava litanie e la teneva ferma. All’esito di tale inquietante rituale le veniva poi ricucita la vagina dall’indagata con alcuni punti di sutura».
Queste violenze sarebbero occorse nel 2000, alcuni mesi dopo che la ragazza era stata data in affido dopo aver denunciato per abusi i genitori naturali, facendo scattare un’indagine poi archiviata perché lei aveva ritrattato. Successivamente, la ragazza disse di aver ritrattato per paura.
Nel 2002, è nato il figlio della donna e del padre affidatario che, con la moglie, avrebbe provato a convincerla ad abortire asserendo che il figlio che aspettava sarebbe stato «un abominio della natura». Per punirla di aver dato alla luce quel figlio l’avrebbero infibulata nel corto dei rituali satanici.
Molti anni dopo, il bambino è stato mandato via dall’abitazione dove vivevano i tre e la vittima si è stabilita in una struttura protetta in Toscana. Lì, c’è un’altra ipotesi di accusa, ovvero che l’avrebbero sequestrata e che avrebbe subìto stupri di gruppo.
La donna è stata oggetto di perizie, scrive ancora il magistrato, e queste «non hanno messo in luce patologie di carattere psichiatrico», ma sarebbe «dotata di buon senso della realtà».
Ci sarebbero poi riscontri provenienti da «referti medici sulle gravi lesioni (non autoinferte)» e dal fatto che i due coniugi avrebbero avuto legami con «soggetti di ambienti satanisti». Riscontri sarebbero occorsi anche da testimonianze di persone che hanno curato la donna.
Nei mesi addietro, la presunta vittima sarebbe stata minacciata dai due. Le misure cautelari sono parte dell’epilogo di un percorso giudiziario complicato, fatto di archiviazioni e una sentenza di prescrizione dopo che i due coniugi erano stati assolti in primo grado e condannati in secondo grado a Firenze, per il reato di sequestro di persona. Nell’ordinanza, come riporta Agi, il magistrato avverte che se le disposizioni dovessero essere violate, si arriverebbe all’arresto.