Il prezzo del diesel si impenna e stacca nettamente quello della benzina. Gli aumenti preoccupano dato che a fine mese scadrà lo sconto fiscale sul carburante.
All’origine dei rincari la crisi energetica e guerra in Ucraina. Mosca produce più della metà del gasolio di cui ha bisogno l’Europa.
Vola il prezzo del gasolio. Il prezzo del diesel in modalità servito ha superato, nei valori medi, i 2 euro al litro. Nettamente staccato il prezzo della benzina, pari a 1,844 euro al litro. È tornato a crescere anche il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self, ritornato, seppure di poco, sopra la soglia sopra degli 1,7 euro. Ora la benzina self è a 1,701 euro al litro (contro il dato precedente di 1,691), coi diversi marchi che oscillano tra 1,685 e 1,715 euro al litro (no logo 1,686).
Il prezzo medio praticato del diesel self si attesta invece a 1,872 euro al litro (contro il precedente 1,840), con le compagnie comprese tra 1,861 e 1,893 euro al litro (no logo 1,855). I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,788 a 0,806 euro al litro (no logo 0,782). C’è infinte il prezzo medio del metano auto che si posiziona tra 2,784 e 3,392 (no logo 2,806). I dati sono riportati dal Quotidiano energia.
Perché i prezzi del diesel sono alle stelle
Gli aumenti dei prezzi di gasolio e benzina destano preoccupazioni, soprattutto perché il prossimo 31 ottobre scadrà lo sconto fiscale, che taglia 30,4 centesimi al litro al prezzo pagato dagli automobilisti alla pompa di benzina. Si parla di prorogare la misura, ma per il momento diesel e benzina potrebbero aumentare fino a salire ben oltre la soglia dei 2 euro al litro.
Le cause dei rincari del diesel sono da ricercare negli effetti della guerra tra Russia e Ucraina. A pesare soprattutto il fatto che gli impianti di raffinazione europea si sono maggiormente concentrati sulla produzione di benzina e di altri derivati del petrolio. Mentre la produzione del gasolio era stata lasciata alla Russia che produce circa il 60% del gasolio che serve agli europei. Adesso per la Russia esportare il diesel in Europa è diventata una faccenda molto più complicata. Anche se l’export non è stato del tutto bloccato dalle sanzioni occidentali. Difficoltà alle quali andrà a sommarsi il famoso price cap di cui tanto si discute nell’Eurozona. A complicare ulteriormente le cose c’è anche la stagione fredda, dove diminuisce la domanda di carburante per la mobilità e aumenta invece quella per il riscaldamento e la produzione di energia elettrica (nella quale viene utilizzato il gasolio).