Una signora anziana, condanna a 8 mesi per occupazione abusiva di abitazione, si trova in prigione ma è assolutamente non autosufficiente e poco presente a sé stessa. La denuncia dell’Associazione Antigone.
Una donna di 85 anni si trova in carcere a San Vittore per una condanna di 8 mesi per occupazione abusiva di una casa. L’anziana, di origine nomade, non è auto sufficiente e viene assistita nella sua detenzione dalle compagne di cella e alcuni sanitari presenti nella struttura.
La donna è vittima di una scelta giudiziaria davvero folle che non tiene in considerazione della sua condizione di salute né di un reato per il quale le misure alternative sarebbero state più che sufficienti. Il suo posto dovrebbe essere quello di una casa di riposo, non certo quello di una cella nella quale è destinata a soffrire.
La denuncia di questa situazione arriva dall’Associazione Antigone che segnala da sempre le condizioni impossibili della vita carceraria in Italia e dell’ottusità del nostro sistema giudiziario. “Nonostante i ripetuti solleciti dell’istituto e un’istanza di scarcerazione, la signora è ancora ristretta in carcere” fanno sapere dall’Associazione.
Dopo la condanna per i domiciliari, la donna essendo priva di una abitazione degna di questo nome, si è trasferita in una roulotte nel campo nomadi vicino Milano dove si trova parte della sua famiglia. Tecnicamente quindi risulta evasa e da qui la scelta del giudice di portarla a San Vittore per scontare la sua pena.
ANZIANI IN CARCERE
Il magistrato di sorveglianza ha attivato la procedura per la una detenzione domiciliare alternativa alla prigione, possibilmente in una struttura dove la donna può essere assistita in maniera adeguata. “Il carcere si trova a dover gestire una situazione che non dipende dal penitenziario” afferma Valeria Verdolini, responsabile di Antigone per la Lombardia. Il caso che ha mobilitato anche il Garante dei detenuti del Comune di Milano, Franco Maisto, che ha visitato la donna a San Vittore. Per Mastio la detenuta è “una persona non orientata nello spazio e nel tempo, claudicante e non autosufficiente. Era una pena da differire o sospendere“.
Secondo i dati di Antigone, al 30 giugno 2022 nelle prigioni italiane ci sono 1.065 detenuti con più di 70 anni, circa il 2% della popolazione detenuta totale. Per Patrizio Gonnella, presidente nazionale dell’Associazione “una grande attenzione per la loro condizione e, dinanzi pene brevi da scontare o residue, è fondamentale trovare alternative alla detenzione“.