Sembra fatta per Ignazio La Russa, il Centrodestra lo vuole a guidare palazzo Madama. Ecco un ritratto dell’ex-esponente del Movimento Sociale Italiano, grande estimatore di Benito Mussolini.
“Tutto procede bene, state tranquilli, faremo velocemente” dice Giorgia Meloni ai giornalisti che gli chiedono come andranno le votazioni sui presidenti del Parlamento questa mattina. L’accordo con gli alleati c’è ed è serrato: Ignazio La Russa sarà con tutta probabilità il nuovo presidente del Senato. La votazione a palazzo Madama procede spedita e questa mattina il Centrodestra si è presentato compatto in Aula con il nome dell’esponente di Fratelli d’Italia, chiudendo alla possibilità di uno scontro con il leghista Roberto Calderoli.
La XIX legislatura inizia ufficialmente oggi con la prima riunione plenaria convocata per le 10:30. “Su La Russa c’é una maggioranza” afferma Francesco Lollobrigida, uno dei bracci destri di Meloni e personaggio fondamentale per la mediazione con gli alleati di Lega e Forza Italia, al termine della riunione con i senatori di Fratelli d’Italia. “Non ci sono piani B” è il ragionamento di alcuni senatori presenti e che quindi non prevedono sorprese sul voto.
La Russa nasce a Paternò in provincia di Catania nel 1947. E’ figlio di Antonio La Russa, già senatore del Movimento Sociale Italiano, dopo la laurea in giurisprudenza all’Università di Pavia, vive principalmente a Milano con la moglie e i suoi tre figli.
Da ragazzo aderisce al Fronte della gioventù, l’ala giovanile del MSI e vive da attivista politico il periodo degli anni di piombo. E’ stato avvocato della famiglia di Sergio Ramelli, il militante missino assassinato da Avanguardia Operaia nel 1975, e difensore delle parti civili nel processo per l’omicidio di Graziano Giralucci ucciso dalle Brigate Rosse nel 1974.
Viene eletto in Parlamento per la prima nel 1992 nelle liste del MSI e nel 1994 segue Gianfranco Fini nella scelta di progredire il partito in Alleanza Nazionale. Tra il 2008 e il 2011 è Ministro della Difesa, approda inizialmente nel Popolo della Libertà dopo la fusione di AN con Forza Italia salvo poi, dopo la caduta di Silvio Berlusconi nel 2011, abbandonare il gruppo e fondare Fratelli d’Italia nel 2013 insieme a Giorgia Meloni e Guido Crosetto.
Spesso accusato di aderire da sempre all’ideologia fascista, è stato fortemente criticato per essere un collezionista di cimeli di Benito Mussolini. Ha suggerito di trasformare la giornata della Liberazione del 25 aprile nella festa “del ricordo delle vittime di tutte le guerre, comprese quelle del Coronavirus“. Suo fratello Romano, consigliere regionale in Lombardia, è stato ripreso in un vide mentre eseguiva il saluto fascista durante un funerale. Ignazio si è dissociato definendo il gesto del fratello un “grave errore“.
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