Nell’agosto 2021, Mauro Bergonzoni, 78 anni, tentò di togliersi la vita dopo aver assassinato la moglie, Maria Rosaria Elmi, 74 anni. Il reato è passato da pluriaggravato a delitto del consenziente. L’uomo ha avuto una condanna a 8 anni.
Avrebbe ucciso sua moglie per amore, per porre fine alle sue sofferenze, come lei stessa gli avrebbe chiesto. Avevano deciso di morire insieme dopo 40 anni trascorsi sempre insieme, complici fino all’ultimo istante.
La moglie dell’uomo era depressa, al punto che avrebbe cercato di suicidarsi. «Me lo chiedeva di continuo di ucciderla, di lasciare questo mondo insieme, io ho sempre provato a dissuaderla. Fino a quel giorno», ha raccontato il marito. Il 21 agosto 2021, Mauro Bergonzoni, 78 anni, ha sparato a sua moglie Maria Rosa Elmi, 74 anni, usando un fucile da caccia.
In seguito, ha tentato a sua volta di uccidersi, sparandosi due volte con il fucile. Ma è riuscito a sopravvivere. Prima di perdere i sensi, ha pregato il maresciallo dei carabinieri, contattato dai vicini che avevano udito i colpi, di sparargli. Il militare gli ha chiesto perché aveva ucciso la moglie e cercato di uccidersi, e l’uomo ha detto:«Lei non voleva più vivere».
Quella mattina, la coppia aveva fatto visita alla figlia e avevano lasciato un biglietto in cucina in cui c’era scritto:«Abbiamo deciso insieme di farla finita».
L’uomo è sopravvissuto, dopo essere stato ricoverato a lungo in nosocomio e ora si trova in una casa di cura. Ieri, 12 ottobre, in Corte d’Assise è giunta la sentenza: il reato di cui era accusato è stato derubricato, passando da omicidio pluriaggravato, omicidio del consenziente. Dall’istruttoria, infatti, è emersa una storia profondamente triste, fatta di dolore, amore e sofferenza in un contesto che i coniugi non sapevano più come gestire.
In aula in molti si sono commossi, oltre alla figlia dei coniugi che era lì e che ha deciso di non costituirsi parte civile contro suo padre. Il pm Marco Forte, ha deciso di derubricare l’accusa, che è diventata omicidio del consenziente. L’uomo è stato poi condannato a 8 anni di prigione. Il 78enne non era presente in aula. Come riporta Il Corriere, il suo legale, Eva Biscotti, ha commentato così il verdetto:«È una storia molto triste, il pm e i giudici hanno capito che si è trattato di un gesto estremo, fatto per amore. Avrebbero voluto restare insieme fino alla fine. Con le dovute differenze è il sentimento che hanno i parenti di chi vorrebbe l’eutanasia per porre fine alle sofferenze».
L’anziano aveva detto al magistrato che sua moglie era depressa, «quasi ogni giorno mi implorava di aiutarla a morire, di farla smettere di soffrire. Io prendevo tempo, le dicevo che doveva esserci un altro modo. Ma stava troppo male».
Il 21 agosto, decidono di togliersi la vita assieme, lasciano un messaggio alla figlia, poi rientrano verso la loro abitazione, si fermano nei pressi di un torrente in secca, lui spara alla moglie con un fucile. Poi lo rivolge verso di sé e si spara, due colpi. Il maresciallo dei carabinieri sopraggiunge e li trova uno sopra all’altro.
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